Claudia Porcu è una ragazza di Sassari, laureata in Economia.
Claudia è sorda e ha realizzato una campagna di sensibilizzazione, tramite un video, su quelle che sono le difficoltà di uno studente sordo nella frequenza delle lezioni universitarie.
Il video, realizzato con semplici strumenti amatoriali e da ragazzi improvvisatisi attori per un giorno, risalta, in maniera ironica, pungente e divertente, le difficoltà di uno studente sordo nella frequenza delle lezioni universitarie.
Il video è stato pubblicato anche nel sito dell’Università di Sassari, di Ferrara e di Bologna.
A Tecnica della Scuola, Claudia presenta il video e la compagna di sensibilizzazione
Come è nato il progetto?
Il progetto è nato, dopo che parlando con alcuni ragazzi studenti universitari sordi mi sono resa cono che ad oggi nulla è cambiato. Io mi sono laureata nel 2006 e non ho potuto accettare che a distanza di più di 10 anni, le cose siano rimaste immutate. Anche attraverso una ricerca on line, ho potuto constatare che pochissime sono state le Università che si sono attivate verso una piena inclusione degli studenti sordi nella frequenza delle lezioni universitarie, mettendo ad es. a disposizione servizi di stenotipia (trascrizione in testo, in tempo reale, del parlato del docente) o di interpretariato in Lingua Italiana dei Segni.
Allo stato attuale, l’università ancora, non è di tutti. La fruizione delle lezioni universitarie, che costituiscono un percorso fondamentale per l’arricchimento dell’apprendimento, sono ancora un diritto limitato per molti studenti sordi.
Eppure proprio l’Università, dovrebbe rappresentare uno dei contesti potenziali in cui mettere in gioco INTEGRAZIONE ed INCLUSIONE.
Quante difficoltà si sono riscontrate durante il tuo percorso di studi?
Le difficoltà riscontrate sono state parecchie. Per comprendere il parlato mi affido come una disperata alla lettura labiale, perché anche questo per me non è facile. Chi ha i baffetti, chi parla troppo veloce e chi scandisce vistosamente, creandomi talvolta non poco disagio. Questo è ciò che ogni volta spiegavo ad ogni nuovo docente, prima che iniziasse la sua lezione.
Non tutti conoscono le diverse esigenze delle persone sorde. Tra l’altro, i professori, non conoscendomi non potevano conoscere la mia condizione. Ma non potevano neanche aiutarmi. Concentrati nella loro lezione era naturale che “scordassero” le mie esigenze. Durante il mio percorso accademico mi trovai costretta a rinunciare alla frequenza delle lezioni, affrontando gli esami universitari studiando dai libri e dalle “dispense” che i professori, spesso, rendevano disponibili. Ho ripetuto più di un esame, come tutti. Ho avuto la grandissima fortuna di conoscere dei colleghi stupendi, che mi passavano i loro appunti.
Negli ultimi anni mi è stato affidato il “tutor prendiappunti”, ma non era ciò di cui avevo bisogno. Io avevo bisogno dei SOTTOTITOLI, avevo bisogno di seguire la lezione in tempo reale e autonomamente, come TUTTI. Nel 2006, dopo lunghi anni in cui non sono mancate le difficoltà, i momenti di sconforto e di rabbia, ho finalmente conseguito la tanto sognata laurea. Ricordo come se fosse ieri, la felicità immensa che provai e la consapevolezza e la soddisfazione per aver raggiunto un traguardo così importante.
Cosa si può e si deve fare per la disabilità in ambito scolastico e universitario?
E’ necessario innanzitutto parlare con lo studente. Chiedergli di cosa ha bisogno. Solo lui conosce e può esporre le proprie esigenze. Solo lui può proporre gli strumenti più adeguati che gli consentano una fruizione autonoma e partecipativa come tutti. Sarò ripetitiva, ma è questo ciò che chiediamo: poter frequentare le lezioni universitarie in maniera autonoma e partecipativa, e non affiancati da un tutor “prendiappunti”. Mi sembra la cosa più naturale di questo mondo. Chi di voi va a lezione per chiedere e copiare gli appunti del proprio compagno? Gli appunti sono tra l’altro, una cosa personale, ci possono essere varie interpretazioni durante l’ascolto di una lezione. Io chiedo i “SOTTOTITOLI”, che siano forniti attraverso il servizio di uno stenotipista o attraverso un software, che trascriva in maniera efficiente il parlato in testo. Poi ci sono le persone sorde che hanno altre esigenze, come coloro che comunicano e si trovano meglio con un interprete Lis. Ognuno deve essere libero di poter scegliere il percorso che ritiene più adeguato alle proprie esigenze.
Frequentare e fruire delle lezioni, in modo autonomo e partecipativo, è un diritto di tutti. Ecco perché è importante sensibilizzare un pubblico quanto più vasto possibile, che comprenda gli studenti stessi, il personale docente e amministrativo, affinché vengano individuati gli strumenti più adeguati per rispondere alle esigenze di ogni studente sordo e migliorare la qualità della vita universitaria.
Hai riscontrato difficoltà a relazionarti con i colleghi?
Le difficoltà ci sono state come con i docenti, ma principalmente nella comunicazione. C’è stato qualcuno che una volta appresa la mia sordità si è sentito a disagio e si è letteralmente “dileguato” e qualcun’ altro che invece, sentitosi in dovere di “soccorrermi ed aiutarmi” (e qui sorrido) si è dimenato in mille gesti selvaggi e in grida “assordanti”, pur di farsi “comprendere”. Eppure, comunicare con me è molto semplice: contatto frontale e parlata non troppo veloce, ma neanche troppo lenta (eh!!). Però con tanti, una volta approfondita la conoscenza si è diventati grandi colleghi e soprattutto grandi amici. Ho bellissimi ricordi dell’Università e mi piacerebbe prendermi una seconda laurea, e se lo farò sarà con i “SOTTOTITOLI”!
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