Salve
voglio vaccinarmi!
Lo dico per me e per tutti quelli che come me sono insegnanti e hanno più di 65 anni. Considerando che quest’anno vado in pensione avendo raggiunto l’età pensionabile, 67 anni, praticamente sono destinato, forse, a non raggiungere l’agognata meta perché non ho diritto al vaccino.
Ironia della sorte e paradossi di una civiltà che si nutre di burocrazia.
Qualcuno nei vari Ministeri non ha fatto caso che esiste un’esigua schiera di insegnanti, quelli che vanno dai 65 anni ai 67 e semplicemente non esistiamo per la campagna di vaccini.
Ho provato fino a ieri a prenotare la vaccinazione, il sistema mi ha fatto uno sberleffo.
Inoltre, pur essendo insegnante di scuola media, questi ultimi anni li ho esercitati presso il CPIA 1 di Catania. L’antica scuola serale che ora ha un’autonomia sancita dalla legge e che fornisce formazione ad adulti e migranti.
Naturalmente rispetto alla scuola secondaria di primo grado c’è una notevole differenza in termini di tipologia umana di frequentazione: ragazzini casa-scuola contro adulti con una loro vita e migranti che passano la loro anche in comunità di accoglienza. Per noi dei CPIA quasi un lavoro di frontiera.
CPIA che, tra l’altro, non vengono distinti nelle indicazioni di chiusura dalle scuole medie pur avendo le frequentazioni dette. Ma anche quando dobbiamo chiudere ed erogare la nostra offerta formativa in DAD non possiamo fornire, ai tanti migranti che non possono permettersi connessioni lunghe, alcun aiuto, come per esempio piani telefonici con grande disponibilità di traffico dati.
Una follia dietro l’altra che fa stare in situazioni di pericolo soprattutto noi, questo sparuto manipolo di insegnanti, numericamente insignificante, ma che ha tutto il diritto di finire serenamente gli ultimissimi anni di insegnamento.
Tony Fede