C’è un passaggio nella bozza sulla spending review che la dice lunga sulla mancanza di competenza tecnica da parte dei componenti del governo a proposito delle questioni scolastiche: si tratta della volontà di ricollocare su altre classi di concorso gli oltre 10mila attuali docenti soprannumerari. Si tratta, infatti, di un’operazione praticamente impossibile. Almeno nella gran parte dei casi. Vediamo perché.
L’80 per cento di questi insegnanti rimasti senza titolarità è in servizio negli istituti superiori: docenti in prevalenza abilitati solo su una classe di concorso, molto specifica e particolare. Quindi “spendibile” esclusivamente in istituti tecnici e professionali. Basti pensare agli oltre 3mila insegnanti di laboratorio rimasti senza più titolarità, gli Itp, che in alcuni casi da diversi anni risultano impegnati nelle scuole di titolarità su progetti o a fare supplenze. Il problema è che si tratta di personale in possesso di titoli di studio molto specifici. E, stando alle regole in vigore sull’abbinamento titoli – classi di concorso, non risultano utilizzabili per insegnare altre discipline.
Il problema è molto sentito al ministero dell’Istruzione. Che da diverso tempo ha cercato di correre ai ripari attivando dei corsi di riconversione sul sostegno (dove risultano liberi decine di migliaia di posti). Stavolta, dopo i tentativi andati a vuoto, sembra che si partirà. Ci vorrà comunque un anno. E a fronte delle oltre 16mila domande pervenute agli Usp, non saranno più di 2mila quelli a cui verrà data la possibilità di diventare insegnanti di sostegno. Inoltre, potranno trovare una sistemazione solo a partire dall’anno scolastico 2013/14.
Gli effetti della spending review saranno invece immediati. E quindi nemmeno loro potranno “salvarsi”. A meno che il governo non voglia introdurre delle regole in itinere. Promuovendo sul campo le sue “truppe”, un po’ come avviene in guerra, perché di fronte alle emergenze tutto è possibile. Solo che in questo caso a farne le spese sarebbero centinaia di migliaia di alunni e studenti.
E anche da un punto di vista prettamente normativo si tratterebbe di una soluzione impraticabile: “appare molto pittoresca l’ipotesi di assegnare i docenti in esubero a classi di concorso, cioè a insegnamenti diversi da quelli per i quali sono titolati”, ha già fatto sapere Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti, mettendo le mani avanti. La domanda allora sorge spontanea: ma ai tecnici del ministero qualcuno ha detto che un docente di Educazione tecnica, tanto per fare un esempio di una delle materie da tempo con prof in esubero, non può insegnare italiano, matematica o inglese e tutte quelle materie di cui non possiede le conoscenze per potersi mettere dietro la cattedra?