Il decreto legge n.172/2021 introduce dal 15 dicembre 2021 l’obbligo vaccinale per docenti e personale, che dovranno dimostrare di aver effettuato la vaccinazione o averla prenotata nei successivi 20 giorni. Come è noto, per chi risultasse non vaccinato dalla nuova funzione presente sul sistema informatico Sidi del Ministero dell’Istruzione che consentirà proprio di accertare chi è o chi non è in regola, scattano da oggi le sanzioni. Se ne parla da giorni e ora a seguito dell’accertato inadempimento determinerà l’immediata sospensione, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. L’immediato effetto del provvedimento è la sospensione dello stipendio e di qualsiasi altro compenso o emolumento, il tutto fino alla comunicazione al datore di lavoro dell’avvenuto avvio e/o del completamento del ciclo vaccinale o ancora della somministrazione della dose di richiamo.
Il clima che si sta vivendo è oltretutto reso caotico anche dalla mancata chiarezza delle modalità effettive della sospensione. Ci sono state diverse interpretazioni delle indicazioni per comunicare ai docenti e al personale l’avvenuta sospensione, a seguito del controllo che ha confermato la mancata vaccinazione, dice Franco Calcagno, Dirigente Scolastico dell’ITIS Artom di Asti, per cui questo non ha fatto che complicare una situazione non facile.
Come stanno vivendo le prime ore di messa in atto del provvedimento i protagonisti degli effetti delle sanzioni? Lo abbiamo chiesto ad alcuni docenti, che da giorni sono ormai consapevoli che la propria scelta di non vaccinarsi avrà numerose e a dir poco impegnative conseguenze nella loro vita privata e professionale.
Milena D., docente di matematica in una scuola secondaria di secondo grado del Nord Italia, racconta che non dorme da giorni, e che, nonostante per ora non abbia alcun ripensamento, vive ormai da settimane una forte angoscia. Ho avuto il supporto e la solidarietà di molti allievi, ma decisamente meno da parte dei colleghi, che nella maggioranza dei casi mi hanno ignorata. Mi ha anche aiutato molto avere contatti frequentissimi con tutti coloro che come me hanno deciso di non vaccinarsi. I gruppi WhatsApp e i social in generale hanno sicuramente contribuito a rendermi più informata e a trovare risposte ai tanti dubbi che sono sorti in questi ultimi giorni. Ho davanti un futuro molto incerto e sto addirittura pensando, visto che insegno in un corso serale, di rientrare a scuola iscrivendomi come allieva, visto che così paradossalmente potrò entrare in aula anche da non vaccinata, e potrò non perdere del tutto il contatto con il mio lavoro e con l’ambiente della scuola.
Martine M. docente di educazione musicale nella scuola secondaria di primo grado a Torino, racconta con veemenza gli ultimi giorni e le ultime ore prima di essere sospesa. Mi ha sostenuta davvero tanto nelle varie difficoltà degli ultimi giorni in particolare, poter comunicare con tutti coloro, in tutta Italia, che si trovano come me. In Piemonte siamo almeno 2000 e ciascuno di noi ha sostenuto l’altro, mettendoci in contatto per esempio con esperti, avvocati, tutti coloro che ci hanno e ci stanno aiutando. Ciò che domina tra il personale della scuola che oggi e nei prossimi giorni riceveranno la lettera di sospensione è l’angoscia di trovarsi nell’impossibilità di scegliere. E parliamo anche di problemi che sono già in essere, come quello economico, visto che molti docenti non possono permettersi di vivere a lungo senza stipendio. Le piccole strategie che molti stanno mettendo in atto, come quella di chiedere ferie o mutua, non possono durare a lungo.
Non riesco più da giorni a trovare la concentrazione per affrontare tutti i problemi che mi stanno cadendo addosso, racconta Mauro C., anche lui docente a Torino, e oggi quando mi è stata consegnata la famigerata lettera ho compreso che da questo momento in poi sarà tutta una salita, per me è la mia famiglia. Non so quanto e fino a quando riuscirò a mantenere solida una scelta, che con serietà ho fatto rispetto alla vaccinazione. Mi rendo conto di essere comunque ad un bivio: correre i rischi legati alla somministrazione del vaccino o pagare le conseguenze di rifiutarlo.
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