La vicenda Raimo rischia di trasformarsi in boomerang per il ministro Valditara: a difesa del professore romano sospeso dall’insegnamento per tre mesi per una frase pronunciata nel corso di una manifestazione politica di AVS sono infatti già scesi in campo in molti.
Luca Cangemi, dell’associazione comunista Olga Benario, parla di “un fatto di una gravità inaudita, un atto aperto e consapevole di fascismo” e punta il dito contro “un governo e un ministro che stanno massacrando, materialmente e culturalmente, la scuola e che cercano di intimidire le voci critiche”.
“La decisione dell’Ufficio Scolastico Regionale – sostiene Flc-Cgil – non è giustificata da reali violazioni disciplinari, ma sottende l’obiettivo di instaurare un clima di controllo e intimidazione verso tutto il personale scolastico, utilizzando in modo strumentale il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici”.
Si tratta, secondo il sindacato di Gianna Fracassi, di un “atto di una gravità inaudita poiché Raimo ha espresso le proprie valutazioni e idee in occasione di una manifestazione politica e non certo a scuola o durante il servizio”.
Secondo Nicola Fratoianni (leader di Sinistra Italiana) siamo di fronte a “un chiaro tentativo di intimidire una persona libera” e aggiunge: “Colpirne uno per educarne cento, si sarebbe detto”.
“È così – prosegue il leader di SI – che la punizione a Raimo diventa esemplare ed è un messaggio agli altri docenti, a studenti e studentesse e alle famiglie: la libertà di espressione e la libertà di dissenso costano e lo paghi a caro prezzo e sulla tua pelle”.
Deputati e senatori PD delle Commissioni Cultura dichiarano: “Riteniamo una decisione molto grave la sospensione di tre mesi con stipendio decurtato del 50 per cento di Christian Raimo reo di aver criticato il Ministro Valditara. Il governo nella sua ansia di creare nuovi reati vuole introdurre quello di lesa maestà? Il dissenso è il cuore della democrazia e la sospensione rischia di ledere pesantemente la libertà di opinione e costituisce un precedente inquietante”.
“Raimo – sottolineano i parlamentari – ha espresso un parere legittimo peraltro a una festa di partito e non nello svolgimento della sua funzione”.
Di segno opposto – ovviamente – i commenti che arrivano da esponenti della maggioranza: “Se l’ufficio scolastico regionale del Lazio ha ritenuto opportuno comminare una sanzione al professor Raimo – dichiara Ella Bucalo, senatrice di FdI – è perché ciò che è accaduto viola i principi fondamentali del dialogo civile ed è ancora più grave dal momento che le offese sono indirizzate ad un uomo delle istituzioni, e forse ancor più perché Raimo, in qualità di docente, dovrebbe rappresentare un esempio di fair play per gli studenti, della cui formazione ha la responsabilità”.
Dello stesso tenore la presa di posizione di Mario Pittoni, responsabile scuola della Lega: “Non credo sussistano dubbi che parole pesantemente offensive come quelle pronunciate da Christian Raimo, insegnante e scrittore, nei confronti del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, non possono essere considerate una semplice opinione o addirittura critica costruttiva”. “Incoraggiare rispetto e tolleranza – aggiunge Pittoni – è parte integrante della missione educativa dei docenti che dovrebbero, anzi, dare l’esempio”.
Va detto comunque che sulla sanzione nei confronti di Christian Raimo non esiste una responsabilità diretta del Ministro in quanto l’intero procedimento disciplinare è stato condotto e concluso dall’Ufficio Scolastico Regionale che ha ravvisato nelle parole del professore romano una palese violazione delle regole del Codice di comportamento di dipendenti pubblici.
C’è poi da chiedersi se sia invece legittimo rivolgersi ad un avversario politico dicendogli all’incirca: “Per definirti potrei ricorrere a parole ed espressioni che spesso ho sentito pronunciare in Parlamento da qualche esponente della stessa tua parte politica”. Il codice di comportamento dei dipendenti pubblici lo consentirebbe?