A Catania, all’istituto Majorana, scoppia la polemica: 5 docenti sono stati sospesi dalla dirigente scolastica per non aver utilizzato il registro elettronico. Gli insegnanti, hanno ricevuto una sospensione di 2 giorni con conseguente decurtazione dello stipendio. La vicenda, è avvenuta nel corso delle vacanze di Natale.
La dirigente scolastica dell’istituto ha deciso di sospendere i docenti “ribelli”, che non avevano utilizzato il registro elettronico per segnare le assenze o inserire i voti. Gli insegnanti, tuttavia, hanno risposto che la compilazione non è avvenuta in quanto l’utilizzo del registro elettronico non è mai stata approvato e deliberato dal Collegio dei docenti, come più volte invece hanno chiesto i diretti interessati.
E questo punto già sarebbe molto grave, in quanto, l’utilizzo del registro elettronico non è obbligatorio, dato che manca il piano di dematerializzazione, ma per diventare tale per una scuola, questo deve essere approvato dagli organi collegiali.
I docenti sospesi, tuttavia, fanno notare che, oltre all’imposizione dello strumento senza relativa delibera del Consiglio di Classe da parte della dirigente scolastica, un altro limite evidente è rappresentato dal fatto che la maggior parte delle aule dell’istituto non presentano computer, per cui non è possibile la compilazione del registro elettronico in tempo reale, obbligatoria in quanto la legge impone al pubblico ufficiale, nell’esercizio delle sue funzioni, di documentare tempestivamente i fatti e gli atti e nel caso dei docenti ciò che accade nella classe durante la lezione è un fatto e un atto che va immediatamente registrato. Nè ci si può aspettare che i docenti utilizzino i propri dispositivi per compilare il registro elettronico, procedura consentita, ma assolutamente frutto di una spontanea disponibilità dell’insegnante e non atto dovuto o normato.
A tal proposito, è bene ricordare che nessun insegnante può essere obbligato a utilizzare i propri strumenti per la compilazione degli atti della scuola, come il registro elettronico. Infatti, al momento della delibera per l’introduzione del registro elettronico, la scuola si impegna a garantire la strumentazione idonea per il personale, quindi predisporre l’acquisto di tablet, pc e connessione a internet, in modo da consentire a tutti, in tempo reale, l’utilizzo dello strumento e senza dover chiedere al personale stesso l’uso dei propri dispositivi.
E’ vero che in moltissimi casi, si sta procedendo alla compresenza digitale-cartaceo, con i docenti che fanno un doppio lavoro, ma che comunque garantisce, in attesa di una dotazione informatica completa della scuola, un margine di tranquillità perché se non si riesce a compilare l’elettronico, si può sempre far fede sul cartaceo.
A segnalare la vicenda a La Tecnica della Scuola è stato Luca Cangemi, responsabile scuola del PCI della lista Potere al Popolo, che commenta duramente l’accaduto: “Questa gravissima vicenda si inserisce in un più generale clima di tensione e vessazione nei confronti di chi lotta per conservare la democrazia all’interno della comunità scolastica, luogo che dovrebbe essere palestra di partecipazione democratica”.
Cangemi, aggiunge che è “giunto il tempo di denunciare con forza questa situazione e di richiedere che le autorità competenti intervengano per porre fine a questo scandalo”.
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