Ci sono novità a proposito del caso del docente di Firenze, il professore di matematica dell’istituto Marco Polo di Firenze, Filippo Zolesi che, subito dopo l’annuncio della nuova denominazione del dicastero di Viale Trastevere, ossia “ministero dell’Istruzione e del Merito”, aveva scritto una bestemmia in segno di protesta in un post pubblicato sul suo profilo Facebook.
L’episodio è arrivato anche all’attenzione del nuovo ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. “In riferimento all’episodio di Firenze, all’offesa istituzionale e alla volgarità blasfema di cui si è reso protagonista un professore a esclusiva tutela della intera comunità scolastica e in particolare del ruolo e della dignità degli insegnanti e dell’interesse degli studenti, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha chiesto al Direttore generale dell’ufficio scolastico regionale per la Toscana di verificare la compatibilità dei fatti accaduti con i doveri e le responsabilità che l’ordinamento prevede per un docente”, così è stato scritto in un comunicato.
La decisione dell’Ufficio Scolastico Provinciale
Il professore si è anche, successivamente, scusato. Il rischio di una sanzione, però, era dietro l’angolo. Il docente è stato punito con una sospensione lunga otto giorni, a partire da oggi, 13 febbraio, in quanto responsabile di un atto “non conforme alle responsabilità, ai doveri e alla correttezza inerenti alla funzione docente”. Questo è ciò che si legge su La Repubblica.
A dare notizia del provvedimento è la Flc Cgil, che ha criticato la decisione dell’Ufficio Scolastico Provinciale, parlando di “sanzione ingiusta e di una pesantezza mai vista prima”. Secondo il sindacato, “si crea un precedente e si penalizzano gli studenti. Solidarietà al docente che si era pubblicamente scusato per l’utilizzo di un’espressione evidentemente inopportuna”.
Disappunto politico incompatibile con la funzione di docente?
Per il sindacato è “molto grave che il docente venga colpito nella sua qualità di dipendente per un comportamento tenuto fuori dall’ambiente di lavoro” e “che si punisca per aver espresso il proprio disappunto politico: in quanto ‘espressamente riferita al ministero dell’Istruzione e del Merito, si legge nel provvedimento disciplinare, l’espressione incriminata è considerata ‘in palese, grave contrasto con le funzioni proprie dello status di docente’. Per l’amministrazione quindi una forte ed esplicita critica verso il Ministero è automaticamente incompatibile con la funzione di docente”, questa la forte critica.
La sigla sindacale ha tirato in ballo la nostra Costituzione: “Ci chiediamo quindi se la libertà di pensiero, sancita dall’art. 21, vada garantita solo se gradita al potere costituito e se i provvedimenti disciplinari verranno branditi per mettere il bavaglio alle voci dissidenti. Il sindacato si dichiara solidale con il professore in tutte le iniziative anche legali che ha già intrapreso contro questa ingiusta sanzione. Nel frattempo il docente è stato sommerso da attestati di stima e affetto da parte di studenti, colleghi e genitori, i quali si sono già dichiarati disponibili a organizzare iniziative di solidarietà e protesta contro il ministero. Che di ‘meritevole’ in questa vicenda ha mostrato ben poco”.