Sospeso il reality show “La Scimmia”: pochi spettatori
Le critiche non sono bastate, il basso audience sì: dopo una manciata di giorni di programmazione,il reality show “La Scimmia”, in onda dallo scorso 6 ottobre su Italia 1, è stata sospesa. A darne notizia, il 14 ottobre, è Pietro Valsecchi, amministratore delegato di Taodue e ideatore del programma: “Ho deciso che La Scimmia è da oggi sospeso. È stata una bellissima avventura che sicuramente rifarei e che non rinnego”. Valsecchi spiega che alla base della decisione ci sono gli scarsi riscontri: “Rimane un progetto in cui credo, sia per i contenuti che per la sua forza innovativa. Tuttavia, visti i risultati, che vanno considerati con assoluto realismo, ho deciso di mettere fine a quest’esperienza”.
La Scimmia sperimentava in Italia il “learning show”, un reality su un gruppo di studenti “problematici”, che hanno lasciato la scuola superiore al quarto anno per motivazioni varie e a cui viene concessa l’opportunità di riprendere la strada perduta e ottenere la maturità, chiusi in un college con un gruppo di insegnanti, sotto l’occhio delle telecamere. L’ideatore dello show aggiunge: “Ringrazio gli autori, i conduttori Giulia Bevilacqua e Niccolò Torielli e tutti quelli che hanno collaborato al programma. Ai ragazzi, che abbiamo conosciuto in queste settimane, va il mio pensiero e il mio affetto; troverò per tutti una soluzione. Ribadisco che per me aver fatto La Scimmia non è una sconfitta, ma una vittoria, perché considero vittorioso il coraggio di aver tentato una strada difficile e di averci creduto fino in fondo. Mi sono comunque molto divertito e tornerò presto con un nuovo progetto”. Sulla questione è intervenuto anche il direttore di Italia 1, Luca Tiraboschi: “La decisione di Pietro Valsecchi ha sorpreso anche a me. Noi saremmo andati avanti ancora per almeno altre due settimane. Ho parlato a lungo con Valsecchi per cercare di dissuaderlo, ma la sua posizione è stata irremovibile. Il progetto è suo e altrettanto sono le decisioni”.
Confermando che, ancora una volta, rappresentare in tv i problemi della scuola e suoi “attori” non è un’impresa di facile attuazione. Soprattutto quando si cerca di semplificare troppo questioni formative e rapporti con i docenti che meriterebbero un’attenzione mediatica di ben altro spessore.