Come giudica il nuovo percorso per diventare insegnante, nello specifico diventare insegnante di sostegno, dopo l’approvazione dei decreti attuativi della legge 107/2015?
Il nuovo percorso di formazione iniziale e accesso ai ruoli di docente nella scuola secondaria presenta, a mio avviso, alcuni aspetti positivi ma diversi dubbi.
Il fatto che la formazione abbia inizio previo superamento di un concorso, previene sicuramente il rischio che si ripresenti la situazione riscontratasi in quest’ultimo decennio: presenza di troppi docenti abilitati rispetto al reale fabbisogno territoriale d’insegnanti (si pensi al numero di docenti ancora in GAE prima della riforma e che con quest’ultima, pur di essere immessi in ruolo, ricoprono cattedre di potenziamento). Risulta positivo, inoltre, il fatto che la frequenza dei corsi e tirocini introdotti dai decreti attuativi della L. 107/2015 non comporterà costi per i docenti.
Tuttavia, secondo il Decreto Legislativo 13 aprile 2017 n. 59, dal secondo anno di FIT, l’aspirante docente potrà effettuare delle supplenze su cattedra ma di entità breve e saltuaria, non superiori a quindici giorni e nell’ambito territoriale di appartenenza. Solo nel terzo anno presterà servizio su posto vacante e disponibile e quindi prenderà una retribuzione pari a quella dello stipendio di un docente a tempo determinato. Di conseguenza mi chiedo chi coprirà le supplenze sul sostegno, visto l’enorme fabbisogno e la mancanza di personale formato? Continueranno a farlo supplenti senza specializzazione sino a quando non ci sarà nuovo personale formato? Inoltre, avrebbe senso snellire il FIT almeno di un anno, anche perché i partecipanti al concorso dovranno possedere allo scadere del bando 24 CFU in discipline antropo – psico-pedagogiche, metodologie e tecnologie didattiche.
Tornando alla questione centrale, ovvero in merito ai docenti specializzati e vincitori di concorso che non riescono a insegnare, spesso nemmeno come supplenti, quale sarebbe la vostra idea di stabilizzazione per questi precari?
I posti per assumere subito gli specializzati vincitori e idonei di concorso e gli specializzati in GAE, numerosi soprattutto al centro e al sud dell’Italia, ci sono. Basterebbe, infatti, trasformare i posti di sostegno in deroga in posti in organico di diritto.
Inoltre sarebbe auspicabile che la fase transitoria per il reclutamento del personale docente, che interesserà anche i docenti specializzati sul sostegno di II fascia d’istituto, si attivasse in tutta Italia realmente nel 2018. Considerando che il concorso sarà bandito su base regionale e che i partecipanti, poi inseriti nelle graduatorie regionali ad esaurimento, seguiranno il corso FIT solo quando saranno disponibili posti su cattedre vacanti, si spera che tutte le regioni, al momento della creazione della graduatoria regionale, abbiano un numero sufficiente di posti per tutti gli specializzati presenti in graduatoria.
Non per ultimo, occorre prevedere un piano di stabilizzazione per gli insegnanti di sostegno della scuola primaria e dell’infanzia, ignorati dal Governo nella fase transitoria di reclutamento; penso in particolare alla condizione paradossale che vivono gli insegnanti specializzati, laureati in scienze della formazione primaria del vecchio ordinamento.
(Ernesto Ciraci, presidente MISoS)
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