È di pochi giorni fa la divulgazione dei dati relativi all’organico della scuola secondaria di secondo grado per l’anno scolastico 2017/2018.
Sebbene si tratti solo di dati provvisori, calcolati dopo l’accantonamento dei posti riservati ai trasferimenti, essi delineano una situazione preoccupante dal punto di vista della stabilizzazione dei docenti precari specializzati – e specializzandi – per le attività di sostegno didattico-educativo presenti in GAE, GM e GI: il numero delle cattedre di fatto trasformate in cattedre di diritto risulta davvero irrisorio in relazione sia al fabbisogno, sia alla disponibilità dei docenti che hanno fatto del sostegno una precisa scelta professionale.
Quasi un terzo dei 150.000 posti complessivi sarà assegnato in deroga a docenti precari; soltanto in Sicilia, le cattedre in deroga saranno circa 5.000 per i diversi ordini di scuola: basta confrontare tale cifra con i posti destinati alle immissioni in ruolo per la scuola secondaria di secondo grado (un centinaio, da suddividere tra i docenti delle GAE e i vincitori del concorso) per rendersi conto di come la questione della continuità didattica per gli studenti con disabilità sia ancora lungi dal trovare una soluzione. In altre regioni, i dati appaiono ancora più allarmanti: si va dai 52 posti della Campania, ai 22 del Lazio e della Toscana, ai 12 dell’Abruzzo.
Visti questi numeri, l’Associazione MISoS (Movimento Insegnanti di Sostegno Specializzati) si chiede, da un lato, quando saranno immessi in ruolo i docenti presenti nelle GAE e i vincitori del recente concorso a cattedra; dall’altro lato, quanto a lungo dovrà protrarsi la fase di transizione regolamentata dal D. Lgs. 59/2017, nella quale i docenti della seconda fascia, inclusi gli specializzandi del terzo ciclo (si parla di ben 9649 docenti, di cui 1425 solo in Lazio), hanno riposto le proprie speranze di stabilizzazione.
Permangono, poi, diverse criticità per quanto riguarda l’assegnazione dei posti in deroga ai docenti precari specializzati. Anzitutto, l’Associazione ritiene riduttivo il limite di venti istituti fissato dal D.M. 374/2017 per l’aggiornamento delle graduatorie di istituto, specie per quel che riguarda il sostegno: auspichiamo, pertanto, che il MIUR non imponga ulteriori vincoli, come quello introdotto con la Nota 24306 del primo settembre scorso che regolamentava l’invio delle MAD, negando ai docenti inclusi nelle graduatorie di istituto la possibilità di proporre la propria candidatura a istituzioni scolastiche ubicate al di fuori della provincia d’inserimento.
In secondo luogo, esprimiamo la nostra preoccupazione per le pretese di molti docenti, immessi in ruolo su posto comune in regioni diverse da quelle di residenza, di ottenere assegnazione provvisoria sui posti di sostegno in deroga pur essendo privi del titolo prescritto. Desideriamo ribadire che il sostegno non può essere scelto come soluzione ai problemi dei docenti e che nessun corso di riconversione può essere paragonato ai percorsi onerosi nonché altamente selettivi affrontati dai docenti specializzati. Chiediamo, dunque, al MIUR di mantenere la posizione presa e di non cedere di fronte a simili richieste, lesive dei diritti dei docenti e soprattutto degli alunni con disabilità.