Abbiamo già parlato della sentenza del Consiglio di Stato in merito a disabilità e insegnamento del sostegno, che stabilisce una volta per tutte le priorità della questione.
Infatti, nella sentenza si parla chiaramente del fatto che “l’attività degli insegnanti di sostegno comporta evidenti vantaggi non solo per i disabili, ma anche per le famiglie e per la società nel suo complesso”.
Quindi, nella sentenza è espresso quello che forse dovrebbe essere chiaro a tutti, ovvero che “le posizioni degli alunni disabili devono prevalere sulle esigenze di natura finanziaria“.
Sono tantissime infatti le proteste delle famiglie, che spesso hanno fatto richiesta di un monte orario di insegnamento di sostegno e invece, hanno ricevuto spesso nemmeno la metà di quella richiesta.
Il motivo? Non ci sono sempre molti docenti specializzati e comunque, come ricorda al Corriere della Sera il direttore scientifico dell’I.Ri.Fo.R. dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, Gianluca Rapisarda, “il nodo sta negli insegnanti di sostegno, un ruolo spesso ricoperto solo per comodità: il 40% sono docenti ‘in deroga’, con incarichi precari e neanche abilitati al sostegno. Infatti, a causa di ‘aberranti’ cicliche circolari del MIUR che rispondono solo a logiche ‘corporative’ e non ai bisogni educativi dei nostri ragazzi, il Ministero, in questi anni, ha dato la possibilità, in caso di esaurimento delle graduatorie dei docenti specializzati, di coprire i posti sul sostegno ad insegnanti non abilitati iscritti nelle ‘graduatorie di Circolo e di Istituto, od a quelli di classi di concorso in esubero’ o che sono in ‘assegnazione provvisoria’”.
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Per tale motivo, circa l’8% alla scuola primaria e il 5% alla secondaria, le famiglie ricorrono all’autorità giudiziaria per ottenere quel che gli spetta.
In base ai dati del Ministero 2016-2017, i docenti di sostegno complessivamente sono 124.572, di cui 28.092 in deroga, per 224.509 alunni disabili.
Il problema sta infatti nel numero di docenti specializzati fra quelli in deroga, in quanto si tratta di supplenze assegnate nel corso dell’anno.
La situazione si è senza dubbio complicata ulteriomente lo scorso anno, quando per le operazioni di mobilità professionale, è stata data la possibilità ai docenti non specializzati di evitare il trasferimento e restare vicino casa, potendo optare sui posti di sostegno disponibili.
Il risultato, palese e davanti agli occhi di tutti, è che ci sono centinaia e più posti di sostegno occupati da chi non possiede nessun titolo di specializzazione, mentre insegnanti specializzati sul sostegno sono finiti ad occupare cattedre decisamente distanti dalle proprie esperienze e formazione.
La speranza è che il Miur recepisca le indicazioni della sentenza del Consiglio di Stato, in modo da poter risolvere questa difficile situazione che penalizza alla fine dei conti solo gli studenti disabili, che permetta di evitare a settembre l’ormai consueta giostra di ore assegnate senza criterio.
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