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Sostegno, Bussetti: “Nessun taglio. In arrivo i corsi di specializzazione per 40 mila docenti”

“Il tema degli studenti disabili mi sta molto cuore, non faremo nessun taglio”. Lo ha assicurato il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti in un’intervista a Uno Mattina su Rai Uno.

Non sono previsti tagli

Il numero uno di Viale Trastevere, torna quindi a parlare dei tagli presunti previsti dalla legge di bilancio 2019, dopo avere invitato pochi giorni fa ad una lettura più precisa dei dati presenti nella manovra. Bussetti, infatti, aveva già spiegato come “da quest’anno le risorse per le supplenze del sostegno vengono individuate anno per anno. Quindi con le prossime manovre saranno di volta in volta iscritte in bilancio, programmando la spesa sulle necessità previste. Il Ministero continuerà sempre a garantire il sostegno a chi ne ha bisogno”.

Sul tema tagli della legge di bilancio, questa testata ha anche spiegato come in effetti la manovra 2019 non prevede tagli veri e propri, ma si tratterebbe di un “trucco contabile” per dimostrare all’Unione europea che l’Italia intende impegnarsi nella riduzione della spesa corrente.

I nuovi corsi di specializzazione sul sostegno

Bussetti, pertanto, nel corso dell’intervista ad Uno Mattina, ha ribadito l’impegno del Governo e del Ministero, per l’attivazione dei corsi di specializzazione sul sostegno, perchè, come ricorda Bussetti, “la scuola non ha insegnanti specializzati in sostegno”. “Per questo motivo – prosegue il Ministro dell’Istruzione – nei prossimi tre anni formeremo 40mila nuovi insegnanti”.

Infatti, nelle intenzioni di Viale Trastevere, saranno attivati 3 cicli di corsi per la specializzazione sul sostegno, in totale per 40 mila posti, di cui 16 mila per il 2019 e gli altri in tre anni.

Fra i punti critici evidenziati da più parti in merito ai prossimi corsi di specializzazione sul sostegno, c’è quello relativo ai requisito di partecipazione, ovvero a quella abilitazione all’insegnamento come titolo per accedere ai prossimi cicli di formazione. Sul punto si è espresso anche il CSPI, che ha ritenuto necessario sottolineare come possa essere importante la “possibilità di accedere al corso per coloro che siano in possesso di laurea o titoli accademici equipollenti, o di titolo di istruzione secondaria di secondo grado valido per l’accesso agli insegnamenti tecnico-pratici di cui alla tabella b del DPR 19/2016, purché congiunti, o al possesso dei 24 cfu (art.5 comma 1, lettera b), o di 36 mesi di servizio”.
A sostegno di questa richiesta, il CSPI ha fatto notare inoltre che per partecipare ai prossimi concorsi a cattedra, sarà necessario possedere i 24 CFU e non l’abilitazione. Una contraddizione da correggere secondo i membri del Consiglio.

 

Fabrizio De Angelis

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