Specializzazione e uniformità nella formazione, sono stati i temi centrali del convegno “Inclusione scolastica: marginalità o partecipazione?” organizzato a Roma dal MoVimento 5 Stelle per raccogliere proposte e analisi sulla delega della Legge 107/15 recentemente approvata dal governo.
L’incontro, voluto da Maria Marzana, deputata M5s in commissione Cultura, “nasce dall’esigenza di risolvere l’annoso problema della discontinuità didattica che il decreto del Governo non ha risolto e che si riversa maggiormente su chi ha difficoltà nel percorso scolastico – spiega l’on Marzana – inoltre il processo di formazione dell’insegnate di sostegno sembra andare verso l’esclusione”.
Sono molte le proposte emerse dal folto tavolo dei relatori che registrato la presenza di esponenti del mondo universitario, sindacale, delle associazioni e della scuola.
“Dobbiamo lavorare per una formazione unitaria rivolta a tutti i docenti, sia in ingresso che in servizio, orientata all’inclusione – ha aggiunto il deputato pentastellato – per far sì che ci sia collaborazione e convergenza sulle modalità didattiche, nel favorire la partecipazione di chi ha maggiori difficoltà. Così come è importante pensare di lavorare in team, sia durante le ore di lezione sia in fase di programmazione. Perché la collaborazione tra docenti può dare un valore aggiunto e alla proposta formativa didattica e metodologica e quindi migliorare l’inclusione di tutti”, ha concluso l’on. Marzana.
Per Dario Ianes, docente di didattica e pedagogia speciale all’Università di Bolzano, la norma sul sostegno è una grande “occasione persa”, perché ha più punti di debolezza che punti di forma: “Come la separazione delle carriere alla secondaria oppure il voler creare un meccanismo strano per la specializzazione al sostegno nella primaria. Sono tanti gli elementi che rendono necessario un forte ripensamento sulla norma o un forte presidio su quelli che saranno gli aspetti applicativi e culturali di questa norma”.
Chiedono dei correttivi anche associazioni come la Fish che sin dall’inizio hanno cercato di partecipare attivamente al processo normativo. “La prima stesura dei decreti era irricevibile – spiega Salvatore Nocera, già vicepresidente della Federazione per il superamento dell’handicap e oggi Presidente del Comitato dei Garanti – abbiamo presentato degli emendamenti che sono stati recepiti e quindi ci ritroviamo in essi”.
“Evidentemente non sono stati recepiti tutti e nelle parti dei decreti in cui si manifestano delle carenze dovute a modalità non inclusive: noi ne chiediamo l’adeguamento e speriamo avvenga nei tavoli di concertazione applicativa dei decreti o con una nuova proposta di legge che avevamo già presentato alle camere e che presenteremo nuovamente”
Nocera sposa in pieno l’idea di una classe di concorso: “Vogliamo che ci sia una scelta professionale sin dall’inizio della carriera, a partire dall’Università. Questo per evitare quella discontinuità che oggi avviene con il doppio binario: docente curricolare e docente di sostegno”
Stefano D’Errico, segretario nazionale Unicobas, ribadisce la necessità di una classe di concorso per gli insegnanti di sostegno: “E’ una materia complicata che necessita di una conoscenza adeguata e bisogna impedire che in questo sistema scolastico depauperato si possa utilizzare chiunque sul sostegno, invece di prendere personale adeguato. Così si distrugge l’integrazione – aggiunge D’Errico – l’unico paese al mondo che ha un’integrazione seria non ha ancora una classe di concorso sul sostegno perché è sempre stato utilizzato come la vasca di recupero degli esuberi”.
Per il segretario nazionale del sindacato di base, la Legge 107/15 andrebbe totalmente abrogata perché irriformabile: “Se si continua con questa legge si distrugge la scuola pubblica, perché ha come mission quella di diminuire la qualità, sostituire con i quiz Invalsi le competenze ai saperi, il minimalismo culturale e la tratta brutale dei docenti, dequalificati e sottopagati”.
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