Da settembre tutti i docenti privi di specializzazione sul sostegno e che hanno nelle loro classi almeno un alunno disabile certificato dovranno svolgere un corso intensivo sulla didattica speciale: il corso sarà di 25 ore, obbligatorie e senza compenso. Lo prevedeva, anche se in linee generali, già la Buona Scuola di Matteo Renzi. Ed ora il ministero dell’Istruzione dà seguito alla disposizione normativa, meglio definita nell’ultimo periodo, con la Legge di Bilancio 2021: l’annuncio è arrivato nel corso dell’incontro svolto il 4 giugno tra i dirigenti del ministero dell’Istruzione e i sindacati rappresentativi.
Il decreto ministeriale sulla formazione sarebbe imminente: prevede che per l’anno scolastico 2021/2022, quindi a partire da settembre, scatterà l’obbligo di formazione di tutti i docenti che hanno nelle proprie classi alunni disabili. In totale, si calcola che circa 700mila insegnanti saranno chiamati a svolgere il corso: al corso intensivo, quindi, non parteciperanno gli specializzati su sostegno
L’unità formativa sarà dunque costituita da 25 ore e non sembrerebbe consentito l’esonero dal servizio.
“La formazione costituisce servizio a tutti gli effetti e come tale, dunque, va retribuita. È evidente che le continue incursioni sul lavoro operate dal governo sul lavoro dei docenti provocherà un contenzioso destinato a risolversi nelle aule di tribunale e creerà nelle scuole un clima conflittuale”, ha commentato a caldo Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.
“Si tratta di una norma – ha continuato il sindacalista – che, come avevamo già denunciato al momento dell’emanazione della legge di bilancio 2021, è in contrasto con il CCNL 2016/2018 che definisce la formazione come diritto/dovere e non come obbligo. Inoltre, sempre in base a quanto sancito dal contratto nazionale, si configurano due possibilità per le attività di formazione: o rientrano nelle 40 ore o devono essere retribuite”.
“Nessun ministro né dirigente scolastico – ha concluso Di Meglio – può imporre ai docenti la formazione al di fuori dell’orario di servizio”.
La questione merita quindi un approfondimento. Ancora di più perché si tratterebbe di un precedente importante, cui farebbe seguito la formazione obbligatoria anche su altri ambiti. A breve, dunque, si prevedono richieste di chiarimento anche da parte degli altri sindacati rappresentativi.
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