Sui “tagli” presunti o reali alle spese per il sistema scolastico si è innescata negli ultimi giorni una vivace polemica che ha provocato prese di posizione univoche da parte di Lega e M5S.
Sia il senatore Pittoni (Lega) sia i parlamentari 5S Bianca Granato e Luigi Gallo hanno ribadito con forza che i tagli sono una invenzione delle opposizioni e della stampa che da mesi fa propaganda contro il Governo.
Ma soprattutto, secondo la maggioranza, non c’è la benchè minima intenzione di ridurre le spese per il sostegno e l’inclusione.
Il fatto è che i numeri, come abbiamo già evidenziato in un altro articolo, dicono altro e, a dire il vero, persino la stessa relazione contenuta nella tabella 7 della legge di bilancio, quella che illustra programmi e spese del Ministero dell’Istruzione, racconta una storia un po’ diversa.
Intanto va detto che nel paragrafo intitolato “Obiettivi e indirizzi generali di interesse della Amministrazione” di tutto si parla tranne che di inclusione, sostegno e disabilità; a questo tema sono dedicate invece alcune righe nel paragrafo successivo “Priorità politiche dell’amministrazione”.
E, per evitare di essere fraintesi riportiamo integralmente il passaggio che riguarda l’argomento.
Stando alla lettera del documento la questione è chiara: il Governo ha tutte le migliori intenzioni di “dare piena attuazione al decreto legislativo 66/2017” che invece è uno dei più contestati dal fronte no-107; rinviarne l’applicazione al 1° settembre 2019, come prevede il comma 1138 dell’articolo 1 della legge di bilancio, appare più che altro un tentativo per evitare le difficoltà pratiche che deriverebbero dalla entrata in vigore del provvedimento in corso d’anno.