Servono “nuove regole per la mobilità e la stabilizzazione dei posti di sostegno in deroga”: lo chiede Tuttoscuola.
La proposta arriva dopo che la rivista ha calcolato quest’anno 100 mila alunni con disabilità su 233 mila complessivi (il 43%) hanno cambiato docente per via dei troppi trasferimenti e per la girandola delle supplenze su tanti-troppi posti rimasti liberi.
Tuttoscuola propone nuove regole per la mobilità e la stabilizzazione dei posti di sostegno in deroga. Quanto costerebbero? Una spesa per le Casse dello Stato di circa 1.650 euro per alunno disabile permetterebbe la stabilizzazione dei posti di sostegno. Solo il 7% di quanto già si spende, ma il risultato sarebbe del tutto diverso.
La rivista specializzata, infatti, ha calcolato che il maggior costo per stabilizzare i 41 mila posti in deroga al secondo anno di stabilizzazione ammonterebbe a 350 milioni di euro: “si tratterebbe di una cifra pari “al 7% di quanto già si spende, ma il risultato sarebbe del tutto diverso”.
Dividendo la somma per 233 mila, il numero degli alunni disabili, il costo per studente sarebbe appunto di 1.652 euro.
Il “carosello dei docenti è l’effetto della mobilità dei docenti di ruolo che si incrocia con le nomine dei supplenti annuali sugli studenti con disabilità”.
Pertanto, la “scuola mobile” sarebbe dovuta a due fenomeni. Da un lato c’è la possibilità offerta ai docenti di ruolo di richiedere il trasferimento a prescindere dalla compatibilità con le esigenze anche qualitative del servizio offerto agli studenti; dall’altro lo spropositato utilizzo che lo Stato fa di contratti a tempo determinato (circa 10 0mila supplenti annuali, quasi il 13% dei posti, tra i quali ben 41mila impegnati nel sostegno ai disabili).
Un utilizzo che si ripete stabilmente ogni anno: la catena di contratti a tempo determinato che si chiudono e si riaprono settimane o mesi dopo alimenta complicati meccanismi di graduatorie e di assegnazione su decine di migliaia di sedi di servizio contribuendo non poco a generare il marasma organizzativo che caratterizza la scuola italiana”.
In pratica, spiega Tuttoscuola, “una regolamentazione dei trasferimenti compatibile con le esigenze del servizio e la stabilizzazione dei posti effettivamente utilizzati nel tempo porterebbero a livelli fisiologici la mobilità dei docenti, con un enorme salto di qualità nel servizio di istruzione offerto dalla scuola alle famiglie”.
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Sempre secondo la rivista, stiamo parlando di “un esercito di 137 mila insegnanti di sostegno, più dei Carabinieri, il doppio dei medici; un grande investimento (5 miliardi di euro l’anno solo per gli stipendi), nel Paese che per primo 40 anni fa ha creduto nell’integrazione scolastica degli studenti con disabilità, superando le terribili classi differenziate: tutto in buona parte vanificato da un’insensata girandola di cattedre”.
Per Michela Vittoria Brambilla (FI), presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, “il dossier sulla ‘mobilità selvaggia’ degli insegnanti di sostegno, pubblicato oggi da Tuttoscuola e anticipato dal Corriere della sera, certifica una vera e propria disfatta su questo fronte delicatissimo del diritto allo studio”.
“In un Paese che si dice civile – aggiunge – certe cose non dovrebbero accadere, è una vergogna”.
“Affronteremo anche questo tema nell’indagine sulla salute psico-fisica dei minori disabili che la commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza ha avviato” assicura la presidente.
“Resta grave – incalza poi – il problema della distribuzione territoriale degli insegnanti di sostegno, con i disabili del Mezzogiorno che possono contare su 11 mila docenti in più, mentre nel Centro-Nord le cattedre restano più spesso scoperte e fioccano le cause (sacrosante) delle famiglie contro lo Stato inadempiente”.
“Da Tuttoscuola – conclude Brambilla – apprendiamo inoltre che il ‘concorsone’ lascerà comunque vacante il 40% dei 5mila posti di insegnante di sostegno ‘regolarizzati'”.
Per i parlamentari M5S delle Commissioni Cultura di Camera e Senato, “i numeri del dossier di Tuttoscuola sugli insegnanti di sostegno certificano la situazione drammatica in cui versa la scuola pubblica italiana. La riforma di Renzi, spacciata per la panacea di tutti i mali, ha miseramente fallito e ha lasciato i ragazzi disabili e le loro famiglie sempre più soli e abbandonati”.
“I numeri siano stati diffusi proprio nei giorni in cui il nuovo governo ha varato i decreti legislativi sulla scuola, tra cui anche quello dedicato all’inclusione scolastica degli studenti con disabilità in cui si parla esplicitamente di maggiore continuità didattica”. Ma “senza un cambio di passo, – mettono in guardi ai parlamentari – la continuità didattica è destinata a rimanere una parola vuota”.
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