Le lezioni del nuovo anno sono riprese quasi da un mese, ma per tanti alunni disabili devono probabilmente ancora iniziare.
Lo avevamo denunciato tre settimane fa. E la situazione non è molto cambiata. Perché assegnazione provvisorie e utilizzazioni devono in larga parte ancora completarsi. E solo in pochi casi gli uffici scolastici territoriali hanno potuto avviare le convocazioni per assegnare le supplenze sino a fine anno. Si tratta di nomine sino al prossimo 30 giugno, perché sebbene si tratti di cattedre vacanti, rientrano nei cosiddetti posti “in deroga”.
Solo che si deroga pure al buon senso. Perché la maggior parte dei dirigenti scolastici non hanno nominato fino all’avente diritto. Quasi sempre in buona fede, per tutelare gli alunni disabili. A cui non fa bene vedersi cambiare l’insegnante che l’affianca tre le due e le quattro volte in un solo mese (ci sono anche diversi docenti di ruolo che hanno fruito dell’assegnazione provvisoria e stanno cambiando scuola proprio in questi giorni).
Una situazione del genere, con il ds che attende speranzoso le supplenze annuali, senza nominare nessuno, è accaduta all’istituto tecnico Salvemini di Casalecchio sul Reno, dove la mancata copertura di 30 posti ha portato il preside a chiedere alle famiglie se erano disponibili a far venire a scuola i figli a turno.
Ma non è finita. Perché considerando che la tendenza è sempre più quella di assegnare 18 ore settimanali alla secondaria e 22 alla primaria solo in presenza di allievi con estrema gravità, si può stimare che sono almeno 60mila gli alunni (su un totale di oltre 240mila) che attendono il loro supplente annuale. Da una stima dell’Anief, si troverebbe in questa situazione anche una cattedra di sostegno si tre.
Senza contare che molti dei docenti di sostegno subentrati (con l’assegnazione provvisoria) o che arriveranno (sui posti in deroga) sono pure privi di specializzazione sul sostegno.
Su repubblica.it è stato pubblicato un articolo che denuncia la situazione nella capitale, dove gli alunni disabili che, un mese dopo l’inizio delle scuole, vivono ancora il dramma della drastica riduzione delle ore di assistenza educativi comunali (i cosiddetti Aec, fondamentali per l’integrazione, l’assistenza e il supporto a tutti i livelli) nonostante la variazione di bilancio della giunta Raggi abbia consentito, il 3 ottobre scorso, di stanziare 3 milioni per i bimbi portatori di handicap.
{loadposition eb-inclusione-personaliz}
“Di questi, 433.470 mila euro sono andati al III municipio, uno dei territori più difficili: sono 350 gli alunni non autosufficienti e il nuovo bando, pubblicato in ritardo a luglio, è stato oggetto di contestazioni. Per tutto ottobre, dunque, si andrà avanti così: a orario ridotto. Da novembre l’assistenza verrà potenziata ma non si riusciranno comunque a coprire giornate scolastiche intere come lo scorso anno”.
Poi si passa alla situazione delle scuole. “Alla Montessori di viale Adriatico, ad esempio, gli studenti disabili devono lasciare la classe due ore prima perché senza Aec non possono essere garantite le condizioni minime per la loro presenza in aula. A Cristiano, un minore che ha bisogno del sostegno, è stato comunicato che non potrà restare a scuola oltre le 14.20.
“Un fatto grave che lede il diritto di un bambino a vivere a pieno, come tutti i suoi compagni, la giornata scolastica. Così si costruisce una scuola dell’esclusione” si sfogano i genitori.
Dopo l’indignazione, continua repubblica.it, l’avviso ha scatenato una grande iniziativa spontanea di solidarietà. “Se esce uno, usciamo tutti” recita lo slogan coniato da mamme e papà: martedì prossimo tutti gli alunni della Montessori lasceranno le classi in anticipo, assieme a Cristiano e alla sua famiglia.
La protesta è diventata contagiosa e altre sei scuole del quartiere, tra elementari e medie, si sono accodate: Walt Disney, Bruno Munari, Angelo Mauri, Cecco Angiolieri, Piajet-Maiorana, Piva. In quest’ultima, racconta una mamma, “mio figlio ha cambiato già 5 Aec in un mese e può usufruire solo di 5 ore di assistenza. Tra 20 giorni diventeranno 10, ma l’anno scorso erano 13”.
In effetti, l’elezione di qualche giorno fa, il 3 ottobre, dell’assessore al bilancio, permetterà l’integrazione delle ore di supporto degli assistenti educativi. Ma saranno, alla fine, meno dello scorso anno. E siccome anche per quelle di sostegno la tendenza è a ridurre, anche per i casi più gravi, c’è veramente poco da sorridere. Anche nella capitale d’Italia.
{loadposition eb-bes-berretta}
{loadposition facebook}