NNelle stesse ore in cui alla Camera si è concluso di fatto il dibattito sul DL 71 e sulla vicenda dei corsi di specializzazione per il sostegno affidati all’Indire, il Coordinamento Insegnanti Italiani di sostegno ha lanciato un appello che suona certamente provocatorio e che probabilmente non riscuoterà grande successo, ma di cui vale la pena parlare, perché sta ad indicare che la “sanatoria” introdotta dal Governo nell’articolo 6 del decreto legge 71 non sembra molto apprezzata dagli esperti della materia.
L’appello del CIIS si rivolge ai docenti con tre anni di incarico sul sostegno con uno slogan inequivocabile: “Dite “no” al corso di 30 cfu. Esigete una formazione adeguata: minimo 60 cfu”
“La scuola – spiega la presidente del Comitato Evelina Chiocca – ha bisogno di personale docente preparato e competente e la professionalità non si acquisisce attraverso corsi formativi al ribasso. Non è possibile accettare il ‘mini corsi’ che il decreto-legge 71/2024 propone. Non si può pensare di ‘concentrare’ quanto offerto con 60 CFU in metà percorso.
Conclude Chiocca: “I docenti non sono sacchi da riempire! Ecco perché lanciamo questo appello: non accettate di vedere ridotta la formazione che vi consentirà di specializzarvi. I corsi devono essere ‘adeguati’ per una formazione che consenta di operare con competente professionalità”.
Non sappiamo quanti docenti raccoglieranno l’’invito (c’è da credere che tantissimi saranno ben felici di conseguire il titolo di specializzazione con un percorso più breve e tutto sommato più facile); resta il fatto che l’iniziativa del CIIS solleva una questione di non poco conto: ma è condivisibile il fatto che, talora, le norme di legge perseguano più lo scopo di tutelare gli interessi (legittimi) dei singoli, anziché garantire servizi pubblici di qualità?
Ad ogni modo nella mattinata del 16 luglio la vicenda della conversione in legge del decreto scuola si concluderà alla Camera.
Il Governo ha posto il voto di fiducia e non ci sono motivi per pensare a sorprese dell’ultim’ora.
Il decreto sarà certamente convertito in legge e altrettanto certamente i problemi dell’inclusione scolastica rimarranno gli stessi di prima (o quasi).
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