In Italia, quattro supplenti annuali su dieci sono di sostegno: basta con questa pratica, è ora di assumerli perché i posti sono tutti liberi.
A chiederlo, con una mozione presentata il 21 febbraio in Senato, di cui è primo firmatario, è Fabrizio Bocchino (Sinistra Italiana), che chiede appunto di porre fine “allo straordinario utilizzo da parte dello Stato di contratti a tempo determinato, che riguardano circa 100 mila supplenti annuali, quasi il 13% dei posti, tra i quali ben 41mila impegnati nel sostegno ai disabili”.
Secondo il senatore, se si vuole “dare continuità didattica agli alunni e alunne disabili c’è solo una strada da percorrere, stante il fallimento delle misure della legge 107/2015: la stabilizzazione degli insegnanti“.
“Ancora più preoccupante è questa situazione se la si mette in relazione con il Decreto Delegato sul Sostegno, perché – prosegue – la riduzione degli spazi per la componente dei genitori negli organismi di programmazione, la spinta verso la medicalizzazione del sostegno, nonché alcuni interventi sulla legge 104/92 senza una preventiva ricognizione dell’efficacia di quella disposizione, rappresentano gravi criticità“, dice ancora senatore.
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Per questo Bocchino ha indetto “una conferenza stampa giovedì 23 febbraio alle ore 14 presso la Sala Nassiryia del Senato, insieme ai rappresentanti di alcune delle associazioni confluite nella Rete dei 65 Movimenti per il Sostegno, che chiedono il ritiro del Decreto delegato, giudicato non emendabile, e che hanno convocato un presidio di protesta davanti a Montecitorio lo stesso 23 febbraio alle ore 15, cui aderisce anche Sinistra Italiana”.
Bocchino ha calcolato che “ci vogliono circa 385 milioni di euro l’anno per la stabilizzazione di 41mila posti di sostegno, circa 1.650 euro ad alunno disabile, solo il 7% di quanto già si spende, ma il risultato sarebbe enormemente diverso. Una cifra ridicola, di fronte ai 20 miliardi trovati in pochi minuti per il salvataggio delle banche o ai 4,1 miliardi di interessi versati dal Ministero del Tesoro per gli interessi sui derivati, come ha appena certificato la Corte dei Conti “, conclude il senatore di Sinistra Italiana.
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