Emergenza posti di sostegno nel mondo della scuola.
Nell’anno scolastico 2016-2017 (fonte ISTAT) gli alunni con disabilità erano 90 mila nella scuola primaria (pari al 3% del totale degli iscritti) e 69 mila nella scuola secondaria di I grado (il 4% del totale). Invece i docente per il sostegno (fonte MIUR) sono più di 88 mila (6 mila in più rispetto allo scorso anno), la stima rileva un rapporto leggermente inferiore a 1 docente ogni 2 alunni con disabilità.
Cifre non sufficienti e ogni anno la situazione peggiora tanto che il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, ha annunciato, nelle scorse settimane, che nei prossimi tre anni si attiverà la formazione di 40mila nuovi docenti. Misura confermata dal sottosegretario, Salvatore Giuliano.
L’obiettivo è quello di offrire una migliore offerta formativa e che soprattutto siano solo i docenti di sostegno a garantire il sostegno.
Il tema rimane ancora lontano dalla sua definizione visto che quest’anno con le graduatorie uscite molto tardi anche docenti non qualificati sono stati trasferiti sul sostegno. Anzi, non sono rari i casi in cui l’alunno cambia 3-4 volte l’insegnante.
Nei giorni scorsi è arrivata in redazione la lettera del Coordinamento Gruppo Precari Sostegno per chiedere l’avvio di corsi di specializzazione di sostegno, senza prove preselettive, riservati ai docenti precari abilitati su materia e che insegnano almeno da tre anni con incarico annuale 30 giugno/31 agosto su posti di sostegno, al fine di valorizzarne la professionalità, l’esperienza acquisita e di garantire agli alunni la continuità del processo educativo.
Una misura che trova il plauso anche dell’avvocato e esperto dei temi di inclusione scolastica, già vice presidente di Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), Salvatore Nocera: “Sì, si tratta di un’iniziativa che può essere considerata positiva soprattutto perché porta a trovare una soluzione all’annoso problema della continuità didattica – afferma a La Tecnica della Scuola. Malgrado i tentativi effettuati dalla Buona Scuola e dal decreto delegato 67/2017), il quadro è grave e soprattutto in peggioramento. Una piaga a cui il governo Conte dovrà porre rimedio visto che fino adesso è tutto un fallimento”.
Come Fish quale soluzione attuereste?
“Per evitare il corto circuito didattico e soprattutto che i ragazzi si trovino in condizioni insostenibili, cambiando anche 2-3 volte l’insegnante di sostegno, portiamo avanti una visione più radicale: per la continuità certa si dovrebbero effettuare delle scelte all’inizio del percorso professionale con una netta separazione delle carriera. Una scelta da fare prima di intraprendere il percorso da insegnante. Come Fish combattiamo da anni questa battaglia per la separazione delle carriere fra cattedre di disciplina e sostegno, con due concorsi, due graduatorie, abilitazioni e periodi di formazione diversi. Sulle scuole secondarie del futuro abbiamo già ottenuto due graduatorie separate ma vorremo questa decisione estesa a scuole primarie e dell’infanzia”.
Un cambiamento di struttura e di approccio radicale che, però, troverebbe non poche resistenza nel mondo della scuola. E su questo Nocera aggiunge: “Perché un docente di matematica deve scegliere dall’inizio della sua carriera mentre quello di sostegno lo fa solo come ripiego”.
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