Ogni anno è la stessa storia: nomine in ritardo dei docenti di sostegno e in moltissimi casi si tratta di insegnanti non specializzati e quindi senza una formazione specifica per insegnare agli alunni con disabilità. E quest’anno, la situazione non è cambiata.
Il fatto che il sostegno sia un un problema storico, come ha anche ammesso la stessa Ministra Azzolina, non toglie responsabilità, anzi: ogni anno non solo il problema non viene risolto, ma addirittura peggiora.
Poi, se mettiamo in mezzo anche il covid, il quadro per gli alunni con disabilità diventa disastroso.
Lo sa anche Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, che dalla pagine di Repubblica lancia l’allarme: “Ci saremmo aspettati che, alla ripresa delle scuole, la tutela di questi ragazzi fosse una priorità nelle scelte del ministero e dei sindacati. Al contrario, l’enorme ritardo nelle nomine degli insegnanti di sostegno e la difficoltà ancora più grande a trovarne di qualificati sono indizi allarmanti di una situazione critica: il sistema di inclusione scolastica rischia ormai il collasso.”
Secondo Gavosto, due sono i problemi principali: il primo è quello che di considerare l’insegnante di sostegno l’unico responsabile dell’alunno disabile “quasi che il suo compito fosse di togliere un impiccio ai colleghi che insegnano le materie“.
A questo si aggiunge poi la questione docenti non specializzati: quest’anno i docenti di sostegno “potrebbero arrivare a 170mila, circa un quinto dell’intero corpo docente. La crescita del numero — alla lunga, insostenibile — sembra ormai del tutto scissa dalla qualità: le università, che dovrebbero occuparsi della specifica formazione di questi insegnanti, non riescono o non vogliono più farlo. Ciò spiega perché più di un terzo dei docenti di sostegno non sia qualificato, secondo l’Istat“.
Secondo gli ultimi dati del ministero dell’Istruzione, lo scorso anno scolastico, il 2019-2020, le scuole hanno accolto 259.757 studenti con disabilità, con picchi più elevati in Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia. E nello stesso anno i posti docenti istituiti sono stati, in totale, 684.880 comuni, e 150.609 di sostegno (questi numeri comprendono sia l’organico dell’autonomia sia l’adeguamento di detto organico alle situazioni di fatto; per il sostegno sono comprese anche le deroghe).
A proposito di deroghe, lo scorso anno, i dati provvisori forniti parlano di 50.529 cattedre.
Quest’anno, secondo i primi dati forniti dal Ministero dell’istruzione, si prevedono 51.351 deroghe sul sostegno, numero che potrebbe crescere leggermente.
Risultato? Ancora migliaia di cattedre sul sostegno vuote, che verranno coperte nelle prossime settimane da insegnanti senza specializzazione.
A proposito di stabilizzazione di docenti precari sul sostegno, invece, il senatore Mario Pittoni, della Lega, accusa il Governo di aver ignorato l’emendamento proposto in Commissione Bilancio al Senato da inserire nel maxi-emendamento del decreto Agosto: “Totalmente ignorato dalla maggioranza M5s, Pd, Iv, Leu il nostro appello a superare il precariato sul sostegno e garantire docenti specializzati a tutti gli studenti con disabilità“, dice Pittoni che spiega: “la loro approvazione avrebbe comportato da una parte la conversione di 50.000 cattedre di sostegno da organico di fatto in organico di diritto evitando di continuare ad appoggiarsi al girotondo dei supplenti (che genera grande sofferenza a ragazzi che si vedono cambiare l’insegnante anche quattro volte l’anno), dall’altra la possibilità di specializzarsi per decine di migliaia di operatori già in prima linea“.
Piuttosto magra come consolazione il fatto che l’organico di diritto sia stato ampliato di mille unità. Arrivando quindi a superare i 100 mila docenti in organico di diritto: dotazione aggiuntiva comunque insufficienze per i posti di sostegno.
Così come con il V ciclo del Tfa sostegno in partenza, verranno specializzati poco più di 20 mila docenti abilitati. Numero ancora insufficiente per soddisfare il bisogno.
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