Non si tratta di una novità che le cattedre di sostegno ad inizio anno siano quasi tutte scoperte. Lo ha anche detto la Ministra Azzolina nei giorni scorsi. Però non si può far finta di niente quando tra pochi giorni tornerà in classe la restante parte di alunni italiani che inizierà l’anno scolastico dal 24 settembre in poi.
I numeri impietosi: il 90% delle cattedre scoperte
Negli ultimi anni le cattedre scoperte sul sostegno sono state tra l’80% e il 90% e quest’anno il trend proseguirà su queste cifre, come minimo. Ed ecco allora che entrerà in scena anche l’altro problema: la maggior parte di questi posti vacanti sarà coperto, nel corso dell’anno, da supplenti privi del titolo di specializzazione, che verranno nominati per lo più sui posti in deroga assegnati.
Cattedre scoperte e cattedre in deroga
Il dossier della Cisl Scuola, riportato anche dal Sole 24 Ore, mette a fuoco il problema delle cattedre scoperte, problema che riguarda tutti gli ordini di scuola: all’infanzia manca oltre il 50% dell’organico di sostegno; alla scuola primaria si viaggia all’80%; così come alle superiori. Il record, negativo, è alle scuole secondarie di primo grado: previsti oltre il 90% dei posti sul sostegno scoperti.
Secondo gli ultimi dati del ministero dell’Istruzione, lo scorso anno scolastico, il 2019-2020, le scuole hanno accolto 259.757 studenti con disabilità, con picchi più elevati in Lombardia, Lazio, Campania e Sicilia. E nello stesso anno i posti docenti istituiti sono stati, in totale, 684.880 comuni, e 150.609 di sostegno (questi numeri comprendono sia l’organico dell’autonomia sia l’adeguamento di detto organico alle situazioni di fatto; per il sostegno sono comprese anche le deroghe).
A proposito di deroghe, lo scorso anno, i dati provvisori forniti parlano di 50.529 cattedre.
Quest’anno, secondo i primi dati forniti dal Ministero dell’istruzione, si prevedono 51.351 deroghe sul sostegno, numero che potrebbe crescere leggermente.
1000 posti in più sull’organico di diritto non bastano
Anche quest’anno, infatti, in seguito le assunzioni in ruolo hanno deluso: alle procedure di immissione in ruolo, risulta che gran parte dei 22mila posti di sostegno rimasti “vacanti” dopo le operazioni di mobilità rimarranno tali. Perchè? Semplice: nelle graduatorie di merito e in quelle ad esaurimento non c’erano specializzati da assumere. Neanche con la call veloce.
E nulla può valere il fatto che l’organico di diritto è stato ampliato di mille unità. Arrivando quindi a superare i 100 mila docenti in organico di diritto: dotazione aggiuntiva insufficienze per i posti di sostegno.
Così come con il V ciclo del Tfa sostegno in partenza, verranno specializzati poco più di 20 mila docenti abilitati. Numero ancora insufficiente per soddisfare il bisogno.
Quale soluzione per tutelare la continuità didattica gli alunni con disabilità?
Alcune forze politiche e i sindacati avevano spinto su “una procedura concorsuale ‘snella’, per titoli ed esame orale, su base regionale, finalizzata all’accesso in ruolo dei docenti in possesso del relativo titolo di specializzazione, ma non collocati, per i posti di sostegno, in graduatorie preordinate alle immissioni in ruolo.
Il riferimento è all’emendamento presentato sia nel decreto scuola che nel decreto rilancio di un’assunzione per titoli sul sostegno. Decreto che è stato bocciato in entrambe le occasioni a causa di mancanza di copertura finanziaria.
Una soluzione per il sostegno più volte paventata è quella della trasformazione dell’organico di fatto con quello di diritto: “occorre che il governo agisca con la trasformazione degli organici di fatto con quelli di diritto, superando la Legge Carrozza 128/13 che impedisce di collocare tutti gli attuali posti in deroga nell’organico di diritto.”, ha detto il presidente MiSoS a La Tecnica della Scuola pochi giorni fa.