Per il prossimo ritorno a scuola ci sarà ancora una volta il problema della cattedre in deroga sul sostegno. Migliaia di specializzati per i posti dedicati agli alunni con disabilità che resteranno ancora una volta fermi al palo. Ma quello che ancora è più grave è che a farne le spese saranno gli studenti con disabilità.
“Con queste premesse la sperata continuità didattica diventa un miraggio per i tanti alunni con disabilità e per le loro famiglie – afferma il Presidente dell’associazione Misos, Ernesto Cirací – che sono costrette a subire ogni anno il solito balletto dei supplenti, che si ripercuote inevitabilmente sul percorso formativo educativo dei loro figli e sulla stessa serenità delle loro famiglie“.
Il fenomeno, in modo piuttosto simile agli altri anni, colpisce principalmente le regioni del Centro-Sud: in questi territori infatti, le graduatorie del sostegno, sia Gae che Graduatorie di merito, sono piene di specializzati sul sostegno che attendono la stabilizzazione da tempo a causa dei pochi posti destinati alle cattedre in ruolo, a fronte di migliaia di posti dati a supplenza che inevitabilmente non assicurano al docente di ricoprire la stessa cattedra dell’anno precedente.
Dai i primi dati relativi ai posti in deroga sul sostegno, riportati dall’associazione MiSoS, che rappresentano l’antitesi alla continuità didattica per i nostri alunni con disabilità, si prevedono aumenti dal 20% al 30% in diverse regioni d’Italia, soprattutto quelle del sud, appunto.
Giusto per comprendere l’entità del problema, ci soffermiamo sui dati degli organici sul sostegno pubblicati dall’Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia. Questi numeri mostrano una situazione che, se confermata dal MI, appare del tutto fuori “controllo”, dato che si prevede un incremento delle cattedre in deroga spaventoso: si passa dalle 6828 dell’anno scolastico 2018/19, alle 7891 dell’anno 2019/20. Addirittura per il prossimo anno scolastico si dovrebbe arrivare a ben 10196 posti in deroga, numero che addirittura eguaglia il dato dell’organico di diritto che si attesta a soli 11628 unità, con irrisorie disponibilità di organico destinato alle prossime immissioni in ruolo: si parla di soli 28 posti per l’infanzia e 71 posti per la secondaria di secondo grado, in seguito alle procedure di mobilità dello scorso giugno. Giusto un esempio tanto per chiarire.
Ecco perchè anche il prossimo anno si preannuncia di “passione” per le famiglie e i precari siciliani, anche se saranno in “buona compagnia” con le altre regioni meridionali.
Proprio il prossimo anno scolastico ci sarà una concentrazione di precariato nella scuola mai visto. Considerando anche l’organico aggiuntivo covid, ovviamente.
Tuttavia, la riapertura delle scuole a settembre rappresenta un momento importante, proprio per le famiglie con studenti disabili: sono loro che hanno sofferto maggiormente il lockdown e la didattica a distanza.
Adesso, rientrare in questo clima inedito di distanziamento e mascherine, non sarà facile. Specie se gli alunni con disabilità non troveranno lo stesso insegnante che lo ha già seguito.
“La vera svolta per sconfiggere la discontinuità didattica per i nostri alunni, propone Ciracì, è avere personale stabilizzato e specializzato sul sostegno, in cattedra sin dal primo di settembre con un incremento degli organici di diritto“.
Tutto il resto è un’affannosa rincorsa contro il tempo tra burocrazia e graduatorie: “Occorre che ci sia da subito un’ efficace e tempestiva programmazione pluriennale di trasformazione delle cattedre in deroga in diritto soprattutto nelle regione del sud – centro Italia, conclude il presidente dl MiSoS, e che si intervenga celermente in quelle regioni, come la Sicilia, dove la situazione sugli organici sta diventando paradossale“.
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