Cosa possono fare gli enti locali e le Asl quando si presentano casi di bambini iperattivi con comportamenti non di rado violenti nei confronti dei compagni? Sicuramente non possono lasciare sola la scuola. Per sensibilizzare le istituzioni ad intervenire, a Treviso le famiglie dei compagni di classe di un alunno super “vivace” hanno deciso di non mandare più a scuola i figli. Così il caso è diventato pubblico. Ed è dovuta intervenire pure la polizia, che il 27 novembre scorso ha inviato una volante nella scuola primaria frequentata dai bambini.
Il problema è che le intemperanze di del bambino iperattivo, di 10 anni, sono diventate sempre più difficili da gestire: il bambino è riuscito anche a chiudersi in una stanza da solo, rifiutandosi di uscire. La scuola ha così chiesto l’intervento prima dell’Usl e poi della polizia che ha risolto la situazione in modo non traumatico. L’alunno, che è seguito da un insegnante di sostegno, ha un comportamento molto vivace che – secondo quanto riferito dai genitori degli altri alunni – sarebbe sfociato in alcune occasioni in episodi ‘violenti’ nei confronti di compagni e insegnanti. Così i genitori hanno deciso di attuare la singolare forma di protesta, non mandare i figli a scuola, per sollecitare la direzione scolastica a trovare soluzioni alternative. La situazione del bambino è del resto nota al Comune, che ha assicurato: il bambino e i familiari sono costantemente seguiti costantemente dalle strutture sociali e sanitarie. Ma a scuola la convivenza rimane davvero difficoltosa. L’obiettivo rimane sempre e comunque quello di renderla il più possibile costruttiva. Per l’alunno iperattivo e per i compagni di classe.