Un corso di formazione per i supplenti non specializzati che però occupano i posti sul sostegno nelle scuole. E’ una delle iniziative che negli anni le singole scuole del territorio nazionale adottano per cercare di affrontare al meglio l’emergenza sostegno: infatti, come abbiamo riportato in precedenza, il precariato in generale è in crescita: il 20 per cento dei posti viene assegnato ad un supplente. Sul sostegno si arriva addirittura al 40 per cento, con la maggior parte di posti in “deroga” (fino al 30 giugno) assegnati appunto non specializzati (ma con estrema lentezza e in alcuni casi gli alunni disabili sono stati invitati a rimanere a casa).
Ed è per questo che le scuole trovano dei palliativi come i “corsi per la sopravvivenza“.
Partiamo subito da un presupposto: questi corsi non saranno sufficienti a colmare la preparazione completa di un percorso riconosciuto come il Tfa sostegno o master dedicati. Si tratta di una vera e propria base per avere il supporto teorico-metodologico utile per affrontare il lavoro di ogni giorno con gli alunni disabili. Un Kit di sopravvivenza come avevamo definito in passato iniziative simili.
Negli anni passati abbiamo infatti parlato dei corsi organizzati in Umbria o a Cuneo. Quest’anno parliamo della Toscana, in particolare della provincia di Pisa. A tal proposito abbiamo raccolto le dichiarazioni del dirigente scolastico Federico Betti, a capo dell’Istituto Comprensivo “Giovanni Falcone” di Cascina (Pisa), scuola polo.
E’ del 5 settembre scorso dell’USP che annuncia proprio l’avvio di questi corsi di formazione rivolti al personale di sostegno non specializzato: “A seguito del confronto tra i Dirigenti Scolastici delle Scuole Polo della Formazione, intervenuti alla riunione in data odierna, è emersa la necessità di attivare percorsi formativi destinati ai docenti non specializzati sul sostegno. Dato che in qualche realtà si rilevano fondi destinati al PNF non ancora utilizzati e considerando la formazione degli insegnanti di sostegno una tra le priorità più urgenti e trasversale a tutti gli
ambiti, è stato elaborato un progetto che vede interessate le singole Istituzioni Scolastiche affinché possano attivare, in autonomia operativa e coordinate dalla Scuola Polo per la formazione di competenza, percorsi personalizzati di formazione sul tema dell’inclusione“.
“Dopo la normativa del 2013, che dà avvio al Piano nazionale di Formazione, abbiamo iniziato dei seminari che hanno dato successo fra le province di Pisa, Livorno e Lucca”, spiega Federico Betti, Ds dell’I.C. Falcone. “Grazie ai fondi abbiamo deciso di attivare un corso di formazione di 30 ore per tutti i docenti incaricati supplenti sui posti di sostegno sprovvisti di specializzazione. Un corso di sopravvivenza per aiutare questi insegnanti a muoversi con maggiore consapevolezza in un ambito, quello della disabilità e inclusione scolastica, molto delicato”.
Il dirigente spiega che con i “soldi residui dello scorso anno abbiamo pensato di realizzare un altro corso peer to peer di 10 ore per ogni singolo istituto, che possa essere d’innesco al prossimo in programma a breve sempre di 30 ore”.
Ma il corso non vuole essere d’aiuto solo per i supplenti di sostegno non specializzati: “Infatti vogliamo affiancare a questi corsi anche le tematiche di inclusione scolastica generale, come i gli alunni Bes e Dsa, che non riguardano certo solamente il docente di sostegno ma tutto il corpo insegnanti“.
Infatti, a parere del preside Betti, “l’inclusione scolastica fa bene a tutti. Se tutti i docenti si trovano preparati su queste tematiche, tutti gli alunni della classe possono andare avanti tranquillamente” e quindi, si potrebbe aggiungere, in tali circostanze si raggiungerebbe un clima di inclusione scolastica totale. In attesa di tempi migliori.
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