L’assegnazione dei posti di sostegno in Sicilia è sbagliata. Ci sono troppi posti in deroga e questo ha ricadute sulla continuità didattica degli alunni disabili. E’ questa la sintesi della sentenza del Tar Lazio pubblicata il 7 gennaio, che annulla il decreto Direttoriale dell’USR Sicilia del 14 luglio 2017.
In pratica, il Ministero dell’Istruzione dovrà individuare gli organici di sostegno in base alle reali esigenze rilevate, tramite certificazioni delle documentazioni sanitarie, sociali e scolastiche.
Infatti, la sentenza in questione riporta che “l’invarianza del contingente dei posti di sostegno didattico nella Regione Sicilia si pone in evidente contrasto con l’aumento di 724 alunni disabili certificati nel 2018 nella stessa Regione Sicilia”.
Eppure, l’amministrazione è a conoscenza dei dati sul sostegno, ma nonostante questo, a livello nazionale, “oltre un terzo dei 160 mila insegnanti di sostegno in servizio quest’anno (nel 2017-18, come rilevato dalla Corte dei Conti sono stati “pari a 154.432 unità, di cui 54.352 in deroga”) sono precari, licenziati e riassunti ogni anno, quasi tutti nominati in una scuola diversa da quella dell’anno precedente”.
In Sicilia, quest’anno, per oltre 27mila alunni disabili ci sono 11.506 posti stabili e poco più di 7mila in deroga. Complessivamente, stiamo parlando di oltre 18mila posti di cui il 38% occupati da docenti che cambiano alunno disabile ogni anno.
“Da tempo – spiega Pistorino – chiediamo l’intervento della politica. Abbiamo sottoposto la questione al ministro dell’Istruzione, ad autorevoli esponenti del governo, a parlamentari di maggioranza ed opposizione. Tutti si sono detti concordi con le nostre richieste”.
“Adesso – continua il segretario regionale Flc Cgil – c’è anche una sentenza della magistratura che va in questa direzione. Per i giudici bisognerebbe aumentare l’organico di diritto nella misura di un docente ogni due alunni, garantendo in deroga i restanti posti. Per noi, invece, è necessario ridurre ulteriormente questo rapporto al fine di garantire la qualità e l’efficacia del percorso didattico, nonché riconoscere la dignità professionale degli insegnanti”.
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