A proposito degli incarichi decisi dal Governo (Ascani viceministro, Azzolina e De Cristofaro sottosegretari), Mario Pittoni (Lega), presidente della Commissione Cultura del Senato non usa mezzi termini: “Con le nomine odierne, Grillo riconsegna la scuola ai suoi carnefici. L’Italia ha un alto numero di Neet, giovani che non lavorano e non studiano, non perché rassegnati all’idea che studiare non serva a nulla, come afferma il neo ministro all’Istruzione Lorenzo Fioramonti, bensì perché l’abolizione di fatto della bocciatura ha tolto ogni valore ai titoli”.
Aggiunge Pittoni: “Senza selezione, in nome di un’inclusione oltre i limiti del ragionevole voluta dal Pd tornato al governo con il MoVimento 5 Stelle, è il titolo non lo studio a risultare inutile quando cerchi lavoro. Ammettere alla classe successiva e all’esame finale ragazzi con lacune spaventose, purché complessivamente non si scenda sotto la sufficienza ignorando le criticità, rende il ‘pezzo di carta’acquisito a conclusione del percorso formativo, ancora meno ‘affidabile’ di quanto già non fosse in precedenza”.
In tal modo, secondo il senatore leghista, “si penalizzano gli studenti, mentre più promozioni fanno fare bella figura a chi ha la responsabilità del servizio. E a questo punto c’è da chiedersi quali strumenti restino al povero docente per gestire la classe. Ben vengano strumenti normativi e legislativi idonei a supportare chi fatica”.
“Ma scarso impegno e comportamenti scorretti – conclude Pittoni – vanno sanzionati, se serve anche con la ripetizione dell’anno; prima che degenerino”.
Ma c’è un altro dato che a Pittoni non piace per nulla: “Le nomine odierne premiano chi si è battuto con più forza contro i precari ‘cronici’ della scuola [il riferimento è chiaramente a Lucia Azzolina], dopo che i grillini si erano impegnati con noi per una ‘fase transitoria’ che portasse al superamento del problema”.
Se le premesse sono queste c’è da credere che in Commissione Istruzione al Senato vedremo i fuochi d’artificio: Pittoni non farà sconti alla nuova maggioranza di Governo e men che meno ai suoi ex alleati. Se non fosse che a farne le spese potrebbe essere la scuola italiana, verrebbe da commentare che “ci sarà da divertirsi”
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