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Sovrappeso, metà degli italiani all’Abc: non conoscono i grossi rischi per la salute

Gli italiani non conoscono ancora adeguatamente i rischi per la salute legati all’eccesso di peso: tutta la scarsità di cultura del benessere e del buon vivere è emersa a seguito della somministrazione del questionario da parte della Federazione italiana medici di medicina generale a 793 associati, che rientra nel progetto di più ampio respiro, “Safe” (Stile di vita – Alimentazione – Farmaco – Esercizio Fisico), che prende il via in questi giorni in tutta Italia.
I risultati ottenuti risultano tutt’altro che incoraggianti: solo un italiano su due è consapevole dei rischi derivanti dal numero eccessivo di chili. Eppure, secondo il 74% dei medici di famiglia della Fimmg, fino al 10% degli assistiti è obeso e fino al 30% chiaramente in sovrappeso, tanto da dover intervenire con un programma di riduzione o mantenimento del peso almeno nel 40% dei casi.
Il peso in eccesso è un problema di salute pubblica, che sta assumendo dimensioni allarmanti a livello mondiale: in Italia i dati Istat, pubblicati nel 2007, evidenziano che più di un terzo della popolazione (34,2%) è in sovrappeso e il 9,8% è obeso.
E a livello giovanile le cose non vanno meglio: le stime ufficiali dicono che l’Italia detiene il non invidiabile primato dei bimbi più ‘cicciotti’ d’Europa. Secondo un’autorevole indagine condotta negli ultimi mesi nelle scuole italiane dal Ministero del lavoro, salute e politiche sociali e coordinata dall’Istituto superiore di sanità, in collaborazione con il Miur e con l’Istituto nazionale di ricerca e nutrizione, oltre il 35% dei bambini frequentanti la terza elementare (quindi tra otto e nove anni) risultano in sovrappeso. E anche in questa fascia d’età i motivi andrebbero ricondotti anche dalle cattive abitudini o la mancanza di sensibilizzazione adottata nell’ambiente casalingo, oltre che in quello scolastico.
Eppure da diversi anni i medici si sforzano di dire che l’obesità può essere causa dell’insorgenza del diabete, delle patologie cardiovascolari (infarto, ictus, malattie del cuore), delle malattie del fegato o colecisti, di alcune forme di cancro e delle complicanze osteoarticolari. Chi vuole ridurre la soglia di queste minacce diventa allora fondamentale, oltre a curare una dieta adeguata, seguire un corretto stile di vita. Se è relativamente facile far seguire un sano regime alimentare, almeno in un primo periodo, il vero scoglio è infatti quello di far iniziare un’attività fisica: per il 64% dei medici Fimmg è possibile in meno del 20% dei pazienti. Insomma, se sul fronte sociale e professionale c’è poco da stare allegri anche su quello della salute sarebbe bene cominciare a stare in guardia.
Alessandro Giuliani

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