Spagna, tre giorni di scioperi contro la riforma e i tagli alla scuola
La Spagna si appresta a vivere una settimana di mobilitazione, con scioperi a cui parteciperanno studenti delle scuole superiori e università, docenti e genitori: da martedì 22 a giovedì 24 ottobre si fermeranno per protestare contro la riforma scolastica approvata la settimana scorsa dalla Camera dei deputati e ora all’esame del Senato.
Si tratta della prima settimana di protesta in questo anno scolastico contro la riforma fortemente voluta dal ministro José Ignacio Wert, contestata perché impone tagli consistenti al settore, un aumento dei costi e restrizioni per accedere alle borse di studio. Gli scioperi sono stati indetti dalla Piattaforma statale della scuola pubblica, alla quale aderiscono i sindacati dei docenti CcOo, Ugt, Stes, Cgt e il Movimento di Rinnovamento Pedagogico, i genitori della Federazione Ceapa e il sindacato degli Studenti. Il portavoce della Piattaforma ha annunciato l’invio di una lettera al presidente del Governo, Mariano Rajoy, con la quale si chiede di intervenire presso il ministro José Ignacio Wert affinché blocchi la riforma.
Giovedì si uniranno alle proteste anche professori, genitori e lavoratori del settore. Manifestazioni sono previste in molte altre città spagnole e nel pomeriggio a Madrid si terrà un corteo che si concluderà davanti al ministero dell’Istruzione. La ‘mobilitazione in verde’ (dal colore delle camicie indossate inizialmente dai professori di Madrid contro la politica scolastica regionale) è cominciata il 23 settembre con l’avvio di una consultazione sull’indice di gradimento della riforma scolastica. La consultazione si concluderà il 27 ottobre, ma la Piattaforma ha fatto sapere che sinora il 99% dei firmatari ha votato contro la politica scolastica del governo. Un plebiscito. Che però non è servito a fermare tagli e riforme improntate al risparmio.