Anche l’allenatore della Nazionale Italiana di calcio Luciano Spalletti ha partecipato alla convention di Fratelli d’Italia a Roma, Atreju. Qui il commissario tecnico ha parlato anche di scuola, discutendo in merito all’educazione all’affettività. Ecco le sue parole, secondo quanto riporta Ansa.
“A scuola serve l’ora del buon senso, l’ora del capire le situazioni della vita”, così ha esordito il CT azzurro, che ribadisce il suo no netto alla violenza di genere: “Bisogna capire che queste donne vanno lasciate stare, non si va a mettere le mani addosso a loro”, ha aggiunto.
Spalletti ha parlato di un’ora scolastica “piu’ importante delle altre materie”, un’ora “per far capire, anche attraverso testimonianze, a questi ragazzi che il primo ragazzo ti lascerà, il secondo ti deludera’, e poi un terzo, un quarto: insomma, serve l’ora del capire, per imparare anche attraverso testimonianze una crescita naturale, perche’ qualcuno va aiutato”. Si tratterebbe, ha continuato poi Spalletti, di insegnare a capire “le situazioni che ci possono capitare e i comportamenti, capire il rispetto verso chi non la pensa come noi, verso le altre culture e religioni, il saper accettare e lo stare insieme”.
“La scuola è un’agenzia educativa fondamentale, attraverso la scuola si può fare moltissimo, ma la scuola non può sostituire la famiglia”: lo ha precisato la ministra della Famiglia, Natalità e Pari Opportunità, Eugenia Roccella.
Intervenuta anche lei a Atreju, a proposito della violenza sulle donne, la ministra ha tenuto a dire che “l’educazione inizia dalla famiglia perché è lì che c’è quel rapporto di fiducia e di amore, la relazione fondamentale su cui poi ognuno di noi si forma. Ognuno di noi è figlio di un uomo e di una donna e attraverso il rapporto con la mamma e il papà forma la sua personalità”.
E ancora: “il punto è che troppi uomini oggi ancora, in proporzione pochi, ma troppi per i danni che poi producono, troppi uomini ancora non hanno digerito in realtà il percorso di conquiste di libertà che hanno fatto le donne in tutti questi anni”.
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