Ulteriori sviluppi sulla vicenda che ha avuto luogo all’istituto Viola Marchesini di Rovigo, dove alcuni studenti hanno deciso di sparare con una pistola ad aria compressa ad una professoressa, colpita alla testa e ad un occhio. I responsabili dell’ignobile gesto sono stati, infatti, sospesi.
Secondo la ricostruzione de Il Corriere del Veneto, gli alunni della classe in questione, in particolare tre di loro, si sono messi praticamente d’accordo; uno avrebbe portato la pistola ad aria compressa, un altro avrebbe sparato e un terzo avrebbe filmato la povera insegnante da un banco ‘strategico’, mentre questa è rimasta di stucco ed ha detto: “Chi è stato? Mi ha fatto male, veramente”. I due che hanno maneggiato l’arma sono stati sospesi per cinque giorni mentre il terzo per tre.
A questi si sommeranno le giornate di sensibilizzazione organizzate con la collaborazione della questura e della psicologa d’Istituto Federica Boniolo. “Quello che come istituzione scolastica non dobbiamo fare ora è bollare con troppa facilità questi ragazzi come delinquenti — dice quest’ultima — sono quattordicenni che, nella loro immaturità, hanno sicuramente sbagliato, ma cacciarli o bocciarli, creerebbe solo maggiore disagio a giovani che possono essere recuperarti, tramite l’insegnamento, l’ascolto e il confronto”.
La preside, Isabella Sgarbi, ha deciso di organizzare anche un corso di rieducazione per tutte le classi: “Quello che più sconvolge – dice – è l’inconsapevolezza dimostrata dagli studenti che hanno reagito come fosse tutto un gioco”. Il fatto sarebbe avvenuto a metà ottobre, anche se la notizia è emersa solo ieri. “Un ragazzo ha portato la pistola all’interno del plesso – spiega la preside – un altro ha premuto il grilletto e un terzo ha ripreso tutto per poi diffondere il video”.
I compagni delle altre classi parlano di ‘bravata‘, minimizzano. C’è chi spiega che la docente non è severa e molti ne approfittano, chi dice che in quelle ore c’è spesso il caos. Nessuno condanna il gesto. Ciò che viene criticato è solo il modo con cui i tre si sono fatti scoprire, postando il video sui social. “Nessuno credeva che aver deriso l’insegnante si trattasse di un disvalore. La cosa grave è la superficialità con la quale si pongono in essere delle azioni senza considerare l’esito”.
La docente, 61enne, che per fortuna non è dovuta ricorrere a cure mediche, non ha ancora presentato denuncia, anche se si riserva di farlo. In ogni caso sembra che fosse a scuola il giorno dopo l’accaduto e abbia continuato a lavorare come sempre.
“So che si è rivolta anche al proprio sindacato. Fortunatamente non ha riportato lesioni significative, ma è umanamente molto provata. Oltre che dal punto di vista disciplinare, procederemo anche dal punto di vista formativo, perché come educatori, il nostro primo compito è far sì che venga compreso il disvalore di un simile atto. Perché sostanzialmente non sembra esserci stata alcuna percezione, è stato preso tutto come un gioco”, ha detto la preside a Il Gazzettino.
“Questo fatto – aggiunge – ci deve spingere ad una riflessione sull’intero sistema educativo, che coinvolge la scuola, le famiglie, i social e la società nel suo complesso. Sembra essere completamente saltata la dinamica di formazione valoriale e la percezione del limite fra lecito ed illecito, fra bene e male, oltre alla mancata comprensione delle dinamiche della rete. Perché questo video, anche se non è stato pubblicato su nessun social, è stato comunque girato via Whatsapp ed è stato condiviso a cascata diventando virale”.
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