Ieri le immagini della docente dell’istituto Viola Marchesini di Rovigo, raggiunta alla testa e ad un occhio da degli spari provenienti da una pistola ad aria compressa, hanno fatto il giro del web. Il video che ritrae il fatto è stato prodotto dagli stessi alunni della classe e usato per deridere la professoressa.
A commentare l’accaduto è stato lo psichiatra Paolo Crepet, che ha affidato le sue dure riflessioni a La Voce di Rovigo. “Una sola parola, anzi tre, orrore, orrore e orrore. Se qualcuno riesce a minimizzare con la classica frase ‘ma sono solo ragazzi’ dobbiamo preoccuparci. Non solo solo ragazzi, sono degli irresponsabili totali di cui io come cittadino mi vergogno”, ha esordito.
L’esperto ha condannato anche il semplice fatto di riprendere la riprovevole azione: “Se fai il video e non intervieni sei complice, è come tenere la scala al ladro. Se questo gesto diventa un ‘niente di straordinario’, se riprendere un reato, anzi, ti fa diventare famoso, allora ditelo”.
Come punire i responsabili del gesto? Ecco l’opinione di Crepet: “Chi parla di dare sberle è una persona senza midollo che introduce i ragazzi al nulla. È una frase banale. A chi dice che non bisogna accusare il mondo chiedo allora chi si dovrebbe accusare? Questa cosa avviene a poche ore dall’apertura di un dibattito, aperto da un quotidiano, sulla parola ‘merito’. Il nuovo governo ha cambiato il nome del ministero dell’istruzione aggiungendo questa parola. Io da 30 anni parlo di merito e sono molto contento che se ne parli. Mi domando solo cosa farà questo ministero, al momento è un mistero, ma mi auguro che faccia perché è importante non illudere le persone e poi deluderle. Questa cronaca è una delle tante che sentiamo tutti i giorni. Uno che spara in faccia ad una professoressa cosa merita? Se bisogna fare psicologia da quattro soldi io non mi presto. Smettiamola di parlare di malesseri come una scusa per non affrontare problemi”.
“L’altro giorno è stato picchiato un preside che ha tolto i telefonini alla classe. Passa ormai il messaggio che la scuola è un ostacolo noioso, dico ‘a questo punto aboliamo le scuole’. Sento tutti i giorni genitori che minimizzano questi episodi, bene tenetevi questo mondo. Il buon senso ormai è diventato merce politica per fare dibattiti. Mi domando solo cosa succede in queste famiglie? Ma davvero si pensa di riuscire a vivere su quattro soldi messi da parte dal papà e dai nonni. Ragazzi che non lavorano, non fanno nulla, e magari fanno anche figli. Ma quale aiuto alla natalità che non abbiamo economia”, ha affermato lo studioso.
“Vedo un delirio di giovani maleducati, ignoranti come le talpe. I ragazzi hanno ragione a volere mondo nuovo, ma non lo ottieni così. I genitori dei ragazzi sono sempre attaccati al telefono, sui social, su Instagram. Come possono essere educatori? È come un minatore che sta seduto. Il vaso è colmo, o si cambia in maniera radicale o si va a sbattere. Meglio mettere il casco. Evitiamo di chiedere ai genitori cosa pensano di queste faccende. È come chiedere all’oste com’è il vino. Ho scritto un libro sulla autorità perduta e sono stato accusato di fascismo. Per la parola autorità. Così non ne usciamo. Questi fatti sono notizie imbarazzanti per chi invece cerca di fare qualcosa. Su questo fatto ora mi aspetto un commento del ministro, sono curioso di capire come interverrà, se lo farà”, ha concluso con amarezza Crepet.
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