Oggi pomeriggio l’edificio che ospita una scuola di Torino è stato bersaglio di alcuni spari provenienti da una pistola ad aria compressa, fatti partire dall’esterno. Lo riporta La Stampa. I colpi hanno raggiunto le finestre delle aule, una delle quali è rimasta scheggiata.
Il gesto ha destato preoccupazione tra i genitori che si trovavano fuori dall’edificio, che ospita classi elementari e medie, in attesa dell’uscita dei loro figli. Sul posto sono arrivati i carabinieri che stanno indagando sull’accaduto.
Si tratta di un quartiere che di recente è stato al centro di una protesta da parte dei residenti, esasperati da episodi di criminalità e violenza e dallo spaccio di droga. Si cerca di identificare gli autori del gesto, che sembra potersi definire una “bravata”.
Di recente ci sono stati episodi di violenza contro i docenti attuati proprio usando pistole ad aria compressa. A fine settembre un docente è stato colpito al petto in una scuola di Bari da un ragazzo di quarta superiore, che avrebbe usato una pistola ad aria compressa portata da un altro studente. Il professore avrebbe sentito un forte bruciore al petto e fortunatamente non sarebbe stato colpito ad un occhio altrimenti le conseguenze sarebbero state più gravi.
La vicenda ricorda quella che suscitò lo sdegno nazionale a Rovigo: alcuni studenti spararono pallini di gomma contro una professoressa e il video del tiro al bersaglio venne anche messo on line per deridere l’insegnante di Scienze.
Il caso Rovigo, che ha avuto luogo nel settembre 2022, un anno fa, ha fatto parlare di sè per un anno intero. A giugno scorso è stata data la notizia della promozione, con nove in condotta, dei cinque responsabili, voto che è stato poi abbassato dopo l’avvio di un’ispezione da parte del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Alla fine la questione si è conclusa con l’abbassamento dei voti in condotta per gli studenti, che sono stati comunque ammessi alla classe successiva.
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