Non si è ancora compreso bene quale sarà lo strumento legislativo per la sua approvazione: un decreto legge, una legge delega o entrambe le soluzioni? Poco importa quale sarà il mezzo per raggiungere il fine che si è proposto il governo Renzi sulla scuola, a noi interessa conoscere quali saranno gli obiettivi che verranno centrati con questo diabolico piano Reggi-Giannini.
Il dato principale è quello che per attuare questa riforma sulla scuola, non esistono risorse economiche aggiuntive rispetto a quelle già esistenti, per cui si tratta di riorganizzare il lavoro dei docenti redistribuendo le poche miserie economiche che sono rimaste dopo lo sblocco degli scatti di anzianità 2012 e se dovessero sbloccare anche il 2013, le risorse sarebbero ancora di meno. Si tratta, dunque, di una riforma fatta sulle spalle degli insegnanti, sia dal punto di vista dell’aumento dei carichi di lavoro, ma anche sulle loro stesse tasche. La domanda che sorge spontanea è: “dove potranno reperire le risorse utili per pagare chi dovesse decidere di lavorare di più?”. Le soluzioni sono poche ed obbligate, si dovrebbero abolire gli scatti di anzianità e il fondo d’Istituto da contrattare. Quindi addio scatti e addio contrattazione d’istituto ed Rsu.
Un’altra fonte di risparmio dovrebbe arrivare, ma soltanto a regime, dal taglio di un anno di scuola. Questo porterebbe nelle casse delle scuole oltre il miliardo di euro, ovvero il valore del FIS prima che fosse decurtato.
Bisogna sapere che si tratta di una riforma che avrà una tipologia di finanziamento endogeno, nel senso che si svilupperà all’interno dell’attuale sistema scolastico, senza la possibilità di trovare risorse aggiuntive dall’esterno. Quindi è del tutto ovvio che per un insegnante che riuscirà ad avere, grazie all’intercessione dirigenziale, un aumento di stipendio, corrisponderà un altro insegnante della stessa scuola che resterà al palo senza mai scattare magari anche fino alla pensione.
Ma cosa c’entra l’intercessione del dirigente scolastico? C’entra molto, perché con questa riforma il Ds avrà la piena disponibilità dei fondi della scuola che potrà assegnare ai docenti che riterrà più meritevoli. In buona sostanza con l’addio al FIS, alle Rsu e alla contrattazione integrativa d’istituto, resterebbe una prerogativa del Ds scegliersi non soltanto i due collaboratori, ma anche tutte le figure di sistema, gli insegnanti che dovranno fare ore eccedenti ed eventuali progetti della scuola.
Al docente sarà richiesta solo la disponibilità volontaria a svolgere oltre le canoniche 18 ore di servizio, poi sarà il dirigente scolastico ad utilizzarlo a suo piacimento. Una sorta di “patto mefistofelico”, dove l’insegnante decide spontaneamente di “vendere l’anima” al suo dirigente scolastico che disporrà di lui o di lei come meglio vorrà all’interno di un massimo di 36 ore.
Siamo curiosi di vedere le reazioni sindacali, a quello che sembra essere l’eutanasia delle rappresentanze dei lavoratori, che riconosceranno come loro unico e solo rappresentante il dirigente scolastico.
Quello che ci sentiamo di dire è che, rispetto a quel metaforico patto mefistofelico di cui sopra abbiamo parlato, bisogna ricordare il Faust di Goethe dove alla fine interviene un angelo a salvare l’anima di chi incautamente era caduto nella tentazione del diavolo.
Lasciamo ai lettori la decisione di dire chi è il diavolo, chi è Faust ma soprattutto chi è l’angelo.
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