A partire dal 2008 le scuole non dovranno più pagare la Tarsu agli Enti Locali: lo stabilisce l’articolo 33 bis del testo di covnersione in legge del decreto n. 248, approvato pochi giorni fa dalla Camera.
Nel pomeriggio del 27 febbraio il provvedimento è passato al Senato, senza difficoltà, come tutti avevano previsto.
Si conclude così una vicenda che dura da anni e che in molte situazioni ha dato vita anche ad assurde forme di contenzioso fra scuole e Comuni (ci sono stati persino casi di pignoramento di banchi e computer o di “blocco” dei conti correnti bancari delle scuole).
L’art. 33 bis della legge di conversione del decreto (il cosiddetto “decreto milleproroghe”) prevede che d’ora in poi sarà il Ministero della Pubblica Istruzione a pagare direttamente la tassa raccolta rifiuti ai Comuni. Il pagamento verrà effettuato in forma forfetaria per un importo coplessivo di circa 39milioni di euro (cifra che corrisponde a meno della metà di quanto attualmente i Comuni chiedono alle scuole).
Stando alle somme messe a disposizione dalla legge i Comuni dovrebbero incamerare mediamente qualcosa come 5 euro per ciascun alunno frequentante: in molti casi le cartelle esattoriali sono assai più salate, spesso si superano persino i 20 euro per alunno, tanto che ormai, soprattutto nelle scuole superiori, si riesce a pagare la tassa solo ricorrendo ai versamenti delle famiglie.
La somma messa a bilancio verrà peraltro prelevata dai fondi spettanti comunque alle istituzioni scolastiche, ma il nuovo sistema potrebbe risultare vantaggioso per tutti: le scuole riceveranno un po’ di soldi in mendo dallo Stato ma non dovranno più contrattare (e alle volte litigare) con i Comuni per il pagamento della tassa.
Gli Enti locali, per parte loro, si dovranno accontentare di un rimborso parziale ma per lo meno saranno sicuri di incassare qualche migliaia di euro (adesso le “bollette” emesse dai Comuni restano molto spesso inevase proprio perchè le scuole non dispongono dei fondi necessari per poter pagare).
Resta il problema del pregresso, ossia dei debiti che le scuole hanno accumulato in questi anni nei confronti dei Comuni.
Sembra però che Anci, Ministero e Conferenza unificata siano ormai ad un passo dall’accordo: pare che “raschiando il fondo del barile” il Ministero abbia messo insieme qualche decina di milioni di euro da girare alle scuole fin dalle prossime settimane.
Se tutto andrà per il meglio fra pochi mesi, per le scuole, la parola Tarsu non dovrebbe più creare il panico e la gestione dei bilanci scolastici potrebbe essere un po’ meno drammatica.