Mano a mano che ci si avvicina alla data fatidica del 1° settembre appare sempre più chiaro che la ripresa delle attività didattiche non sarà per nulla facile.
Nei prossimi giorni, inevitabilmente, esploderà la grana dei test sierologici, peraltro neppure obbligatori, per il personale docente e Ata. Come abbiamo già scritto nel Lazio si è già aperto un contenzioso fra dirigenti scolastici e Regione Lazio a seguito della “pretesa” dell’assessorato alla sanità di attribuire alle segreterie delle scuole incombenze che dovrebbero essere invece degli uffici delle ASL.
C’è poi il problema degli spazi: secondo una stima dell’ANP per avviare regolarmente le lezioni occorrerebbero almeno altre 20mila in spazi alternativi.
Le difficoltà sono diffuse in diverse aree del territorio nazionale ma nelle grandi città sarebbero particolarmente critiche.
“Compatibilmente con le risorse disponibili – riferisce all’Ansa Cristina Giachi, responsabile Scuola dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci) – prevediamo presto la pubblicazione di avvisi pubblici in diversi Comuni, per il reperimento di spazi dove poter allestire le aule per ospitare le classi che dovranno fare lezioni nei luoghi alternativi al proprio istituto”.
“Gli avvisi pubblici – aggiunge Giachi – saranno aperti a tutti; laddove sarà necessario, oltre a musei, cinema e centri congressi, potrebbero partecipare anche hotel, bed & breakfast e perfino appartamenti singoli, purché le strutture rispettino i requisiti di capienza e sicurezza”.
Il “piano Marshall” di cui hanno parlato per più di un mese la viceministra Ascani e l’ex presidente della Commissione Cultura della Camera Luigi Gallo di fare scuola nei teatri, nei musei e nelle biblioteche si sta insomma rivelando del tutto irrealizzabile, come peraltro la nostra testata aveva segnalato fin da subito.
Una soluzione più semplice e praticabile sarebbe stata forse quella di stipulare convenzioni con gli enti che gestiscono scuole del sistema paritario, ma le resistenze, anche di natura ideologica, di una parte delle stesse forze di maggioranza hanno finora impedito di prendere seriamente in considerazione tale possibilità.
Intanto in queste ore il Ministero ha fatto sapere che la data di inizio delle lezioni è fissata al 14 settembre ma che le Regioni possono benissimo decidere diversamente; in particolare il comunicato del Ministero fa riferimento alle intenzioni della Lombardia che vuole aprire le scuole dell’infanzia già prima del 14.
Aperture anticipate ci saranno anche nelle province autonome di Trento e di Bolzano, mentre in Sardegna si aprirà il 22, in Puglia e in Calabria il 24.
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