L’Indire ha da poco concluso, insieme con l’Ufficio Scolastico Regionale Toscana, un’iniziativa formativa dal titolo I nuovi spazi educativi in un’ottica inclusiva, rivolta al personale docente della regione. L’idea da cui l’intero percorso prende le mosse è che lo spazio sia un elemento fondamentale nel favorire l’integrazione di soggetti con disabilità.
Lo spazio insegna e include, influisce sugli aspetti cognitivi e, quindi, sull’apprendimento, allo stesso modo, l’ambiente fisico ricopre un ruolo importante nella determinazione e gestione della disabilità e può talvolta accentuarla o al contrario facilitarne il superamento, sostengono i ricercatori Indire, infatti, Il luogo in cui uno studente svolge la propria attività didattica è anche il luogo in cui nascono e si costruiscono le relazioni personali che a loro volta hanno un impatto sul suo processo di crescita e di sviluppo.
Il contesto dell’intervento
La ricerca Indire ha maturato l’idea che l’attenzione non vada rivolta al singolo soggetto fragile, ma a tutti gli alunni nella loro individualità e partendo da questo approccio è stato progettato il percorso di formazione. Pensare alle diverse situazioni didattiche che è possibile scegliere, come già ampiamente suggerito nel volume “Fare didattica in spazi flessibili” a cura di Leonardo Tosi, significa dare voce al concetto di diversità, che in ogni sua accezione richiede un ambiente sicuro e arricchente, che rifletta le differenze individuali di ogni studente nei bisogni formativi e nelle altre situazioni educative. Anche nel Manifesto 1+4 per gli spazi educativi, lo spazio si configura come elemento pedagogico essenziale; è stato inoltre proposto anche il supporto dell’ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità) che fornisce una base scientifica per la comprensione e lo studio della salute come interazione tra individuo e contesto.
Il percorso formativo
Obiettivo del percorso di formazione è stato quello di sensibilizzare i docenti al tema degli ambienti di apprendimento innovativi in chiave inclusiva, successivamente le attività si sono configurate come momenti di progettazione condivisa e di riflessione sui singoli percorsi in relazione al valore simbolico, funzionale e inclusivo degli ambienti individuati dai corsisti e compresi nelle loro progettazioni.
Il corso di formazione si è svolto esclusivamente online, mantenendo al centro l’impostazione laboratoriale, il Manifesto, il questionario ICF. I corsisti sono stati guidati gradualmente nella progettazione di un percorso didattico, da realizzare all’interno degli spazi della propria scuola
Il questionario ICF: uno strumento per costruire un ambiente inclusivo
Il questionario proposto ai docenti per analizzare i bisogni degli studenti più fragili della propria classe (o sezione) è stato elaborato ispirandosi alle aree individuate dal sistema di classificazione ICF, consentendo loro di usare uno strumento con lo scopo di ottenere una descrizione dei contesti più completa.
Le progettazioni dei corsisti
I docenti, che provenivano da ogni provincia, hanno lavorato in sottogruppi, partendo dall’osservazione degli spazi; poi, i corsisti hanno elaborato una presentazione di un caso e nell’ultima fase del percorso i gruppi hanno lavorato alla stesura di project work realizzati sulla base dei casi precedentemente presentati. I docenti che hanno seguito il corso in maniera attiva erano per lo più appartenenti al primo ciclo, mentre poco più di un quarto proveniva dalla scuola secondaria di II grado.
Il tema dell’inclusione in ottica spaziale ha interessato docenti sia di sostegno che curricolari, inoltre la maggior parte dei corsisti (70%) ha pensato ad attività dirette a tutta la classe, il 15% addirittura a più classi dello stesso istituto, e solo una esigua percentuale ha progettato per il solo alunno con disabilità o altri BES (17% dei casi).
Gli spazi che sono stati interessati dalla progettazione dei docenti vanno dall’aula, agli spazi comuni e ampi, alle zone in outdoor; le tipologie di intervento sono state diverse: perlopiù hanno interessato il ripensamento degli arredi (66%) e la rifinalizzazione di ambienti esistenti (66%).
pubbliredazionale in collaborazione con INDIRE