La decisione del Consiglio di Stato sul diploma magistrale ha messo a rischio anche il contratto a tempo indeterminato di un gruppo di insegnanti di sostegno specializzati. Nella sola Lombardia a rischio licenziamento ci sono un centinaio di docenti specializzati di alunni di scuola dell’infanzia e primaria.
Questi potrebbero lasciare i propri alunni per essere reinseriti nelle graduatorie d’istituto con il rischio di vedersi assegnare una supplenza in altra scuola e non poter garantire continuità didattica per i prossimi anni.
Insegnanti ai quali è stata preclusa la possibilità di partecipare al primo concorso nella storia italiana sul sostegno, perché alla data di presentazione della domanda mancavano pochi esami al conseguimento della specializzazione. Dunque, insegnanti in possesso di diploma magistrale e di un’ulteriore specializzazione ottenuta dopo il superamento di tre prove molto selettive ed un corso universitario di otto mesi. Il corso, istituito ai sensi del DM 249/2010, ha previsto esami in itinere degli insegnamenti, laboratori pratici, tirocinio diretto ed indiretto ed un elaborato finale con discussione orale alla quale ha preso parte, oltre ai prof. dell’Università, un dirigente del MIUR per un complessivo monte ore che sfiora le ottocento. Quindi diplomati magistrale che non ci stanno a sentirsi appiccicare l’etichetta “di non essere mai stati valutati da nessuno” e “di non avere una formazione adeguata”.
Rivendicano con forza, invece, la propria professionalità e formazione a 360° nel mondo dei bisogni educativi speciali sia in ottica delle indicazioni Profumo del 2012 e sia quanto previsto dalle indicazioni nazionali. Vista la particolare funzione che ricoprono li ha portati negli anni ad essere in continuo aggiornamento, prima che diventasse obbligatorio, attraverso corsi e master universitari che li formasse per creare nelle classi, con maggiore efficacia ed efficienza, quel clima inclusivo e di speciale normalità che potesse dare ad ogni alunno la possibilità di sperimentare e apprendere secondo le proprie potenzialità.
Insegnanti con decennale esperienza e titoli che, essendo in possesso del diploma magistrale e di un provvedimento cautelare del Tar, negli ultimi tre anni sono stati inseriti nelle GAE e successivamente immessi in ruolo. Tra loro ci sono insegnanti che hanno rinunciato a ruoli in altre classi di concorso o che si sono licenziati dalle scuole private, perché credono nel lavoro da insegnante per il sostegno didattico, e che negli anni oltre al proprio lavoro hanno svolto attività di tutoraggio per i colleghi non specializzati e incarichi di funzione strumentale nell’ambito della disabilità e dell’inclusione. Personale su cui, fino ad oggi, la scuola ha potuto contare e che presto potrebbe mettere fuori dalla classe dimenticandosi che si occupano di alunni con bisogni educativi speciali con i quali spesso è molto complicato riuscire ad instaurare una relazione d’aiuto positiva.
Gli insegnanti lotteranno in tutte le sedi per rivendicare il diritto di poter continuare il proprio lavoro, soprattutto nell’interesse dei propri alunni che vedono privarsi docenti adeguatamente formati. Revocando gli incarichi, alunni protetti dalla legge 104/92 saranno lasciati senza insegnanti di sostegno specializzati che possano assicurare professionalità e continuità didattica. Le domande che si pongono sono: “Noi specializzati sostegno con diploma magistrale ed i soli diplomati magistrali siamo sullo stesso piano? Non sarebbe più sensato, vista la particolare situazione in cui ci troviamo, sia per i titoli che per gli alunni che seguiamo, lasciarci con i nostri alunni assicurando professionalità e continuità didattica?”
1) Abbiamo superato una selezione di accesso al corso a numero programmato con tre prove alle quali bisognava ottenere un punteggio di almeno 21/30;
2) Abbiamo seguito lezioni, laboratori pratici, svolto tirocinio diretto ed indiretto, e laboratori di tecnologie informatiche legate alla disabilità;
3) Abbiamo superato esami su più insegnamenti;
4) Abbiamo sostenuto un esame finale di specializzazione (al quale ha preso parte un rappresentante del MIUR) e conseguito un titolo universitario (che è molto di più del diploma magistrale);
5) Molti hanno svolto e superato brillantemente l’anno di prova sul sostegno (alcuni di noi hanno svolto mansioni di funzione strumentale per gli alunni con bisogni educativi speciali e tutoraggio di insegnanti privi di specializzazione ed esperienza);
6) Molti di noi hanno altre lauree o specializzazioni professionali;
7) Tutti abbiamo una decennale esperienza d’insegnamento.
Generoso Maraia
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