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Specializzazione sostegno all’estero, ma in Romania non esiste l’inclusione!

Mi chiamo Pietro Ferrara, sono laureato in lettere moderne e sto frequentando il corso di specializzazione su sostegno presso un’università siciliana, dopo aver superato la prova preselettiva, la prova scritta e quella orale prevista per l’accesso al corso.

Il mio sogno è insegnare sostegno agli alunni con disabilità, trovarmi un’occupazione e farmi una famiglia.

Nei social ho appreso in questi giorni la notizia che le graduatorie GPS non verranno aggiornate nel 2002 in deroga a quanto precedentemente stabilito, nonostante il notevole fabbisogno di insegnanti di sostegno che vi è nel nostro sistema scolastico.

Ho appreso, altresì, che molti posti sulla classe di sostegno sono occupati da docenti che hanno conseguito questa specializzazione in altre Nazioni, ad esempio Romania, Grecia e Spagna, e che questi insegnanti si trovano nelle graduatorie GPS in forza di un provvedimento giurisdizionale che ha annullato un provvedimento di diniego al riconoscimento in Italia di questo titolo specializzante conseguito appunto all’estero.

Ho avuto l’occasione di conoscere e di confrontarmi con docenti che hanno conseguito questo titolo in Romania e, con mio grande stupore, ho appreso che bastava acquistarlo e con estrema facilità, senza conoscere la lingua rumena, bastava partecipare a delle lezioni on-line, senza svolgere nessun tirocinio diretto formativo, per acquisire questo titolo specializzante ad un costo addirittura inferiore di quello che si sostiene in Italia presso l’Università pubblica.

La cosa ancora più strana che ho appreso è che in Romania non esiste l’INCLUSIONE in quanto gli alunni disabili frequentano delle scuole speciali, cioè non frequentano la scuola insieme agli altri alunni senza disabilità, praticamente vanificando il senso più profondo dell’INCLUSIONE stessa prevista invece dall’impianto normativo italiano e, pertanto, disallineata.

Quindi, questi docenti specializzati all’Estero, con corsi di dubbia validità, specializzandi in un sistema scolastico come quello rumeno che non prevede l’inclusione (vista la presenza di scuole speciali per gli alunni disabili) e senza aver fatto nessun tirocinio diretto in nessun tipo di scuola comune o speciale, insegnano nelle nostre scuole ai figli disabili degli italiani senza che il Ministero abbia verificato le conoscenze acquisite da questi sedicenti docenti specializzati.

La permanenza nelle GPS di questi docenti specializzati all’Estero è dovuta all’inerzia del Ministero (prima Ministero dell’Istruzione e poi Ministero dell’Università e della Ricerca) nel gestire le domande di riconoscimento in Italia di questo titolo specializzante, iter burocratico che dovrebbe concludersi entro il termine massimo di 120 giorni dall’avvio della procedura (L. 241/1990 e succ. modificazioni ed integrazioni).

Infatti, il primo provvedimento generale ed individuale di rigetto del riconoscimento di questo titolo specializzante è stato annullato per difetto di motivazione dall’A.G. ed il Consiglio di Stato in numerose pronunce ha invitato il Ministero a verificare le competenze acquisite da questi docenti, che è invece rimasto inerte pure davanti ai giudizi di ottemperanza con nomina di commissario ad acta.

Il Ministero, invece, di sottoporre a verifica presso le Università pubbliche con le stesse prove (preselettiva, prova scritta ed orale, tirocinio pratico di 150 ore) cui si sottopongono gli specializzandi in Italia (come il sottoscritto), o attraverso una procedura straordinaria concorsuale dedicata, si rende complice ogni giorno nell’affidare l’educazione scolastica degli alunni disabili a docenti le cui competenze specialistiche nel settore non sono state verificate da nessun organo valutatore pubblico ed imparziale.

Il danno che si arreca quotidianamente a questi alunni disabili è ingente ed irreversibile, danno di cui il Ministero si rende complice ogni giorno con la mancata adozione dei sistemi di controllo sulla validità delle conoscenze acquisite da questi docenti specializzati all’Estero.

Lo Stato deve garantire un servizio d’istruzione di qualità, la c.d. “buona scuola”, ed a maggior ragione con bambini indifesi per la loro disabilità che non possono capire se l’offerta formativa che gli si viene proposta sia di qualità o meno.

Pertanto, si chiede all’on.le Ministero dell’Università e della Ricerca di mettere immediatamente in atto le idonee misure volte a verificare le competenze acquisite dai docenti specializzati all’estero e che stanno insegnando presso le nostre scuole ed al Ministero dell’Istruzione di procedere al rinnovo nell’anno in corso e per un ulteriore triennio delle GPS in modo da permettere a docenti che hanno conseguito in questo biennio dall’ultimo rinnovo delle GPS il titolo specializzante su sostegno in Italia, di inserirsi nelle GPS ed offrire in nome e per conto dello Stato, che ne garantisce la qualità, un’offerta formativa agli alunni con disabilità all’altezza delle aspettative di questi alunni stessi e dei loro genitori che si fidano del nostro sistema scolastico.


Pietro Ferrara

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