Ammettere i docenti non abilitati ai corsi di specializzazione sul sostegno per conciliarlo al nuovo percorso di reclutamento dei docenti, previsto dalla legge di bilancio 2019. E’ quanto ha espresso il CSPI in occasione dell’adunanza plenaria dell’11 dicembre 2018 in cui è stata esaminata la bozza di decreto ministeriale che regolamenta le future procedure dei corsi di specializzazione su sostegno.
Incoerenza con ll nuovo reclutamento
In generale, come riporta la Flc Cgil, il Consiglio ha evidenziato come il provvedimento in esame si inserisca in un contesto di fortissima incertezza normativa nel quale insistono sistemi di reclutamento e di formazione iniziale non conciliabili. Oltretutto al quadro normativo già di per sé complesso si aggiungono le previsioni contenute nel DDL di Bilancio, che modificano ulteriormente quanto previsto sino ad oggi.
Il punto fondamentale è che per partecipare ai prossimi concorsi a cattedra, sarà necessario possedere i 24 CFU e non l’abilitazione, mentre la specializzazione per il sostegno, al momento, prevede il possesso dell’abilitazione.
Inoltre, sarebbe auspicabile ampliare la platea dei partecipanti alla luce del bisogno delle scuole di docenti specializzati, vera emergenza della scuola italiana.
Le modifiche proposte dal CSPI sono:
– L’abolizione delle date uniche nazionali delle prove per ciascuno dei quattro indirizzi di specializzazione (sostegno infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado), così da permettere agli Atenei di predisporre le procedure di selezione con tempistiche adeguate alle esigenze di ogni realtà. In questo caso a livello nazionale verrebbe fissato il termine ultimo entro cui completare le prove selettive in tutti gli atenei. Rimane ferma la previsione di date distinte per le prove afferenti i diversi ordini di scuola, al fine di garantire ai candidati la possibilità di partecipare a tutte le procedure per cui hanno titolo.
– Nei titoli di accesso l’integrazione del diploma sperimentale psico-pedagogico, che è stato tra l’altro riconosciuto come titolo valido per l’accesso al concorso straordinario della scuola primaria e dell’infanzia.
– La possibilità di accedere al corso per coloro che siano in possesso di laurea o titoli accademici equipollenti, o di titolo di istruzione secondaria di secondo grado valido per l’accesso agli insegnamenti tecnico-pratici di cui alla tabella b del DPR 19/2016, purché congiunti, o al possesso dei 24 cfu (art.5 comma 1, lettera b), o di 36 mesi di servizio.
– L’ammissione con riserva per coloro che hanno conseguito l’abilitazione all’estero, in attesa che il titolo venga riconosciuto.
– L’ammissione in soprannumero per coloro che si siano iscritti al percorso in virtù di provvedimenti cautelari giudiziari e abbiano concluso positivamente il corso di specializzazione, con riconoscimento dei crediti maturati a fronte delle attività formative svolte e delle prove eventualmente sostenute.
Emergenza specializzati sul sostegno
Nei prossimi 3 anni, nelle intenzioni del Miur, saranno attivati 3 cicli di corsi per la specializzazione sul sostegno, in totale per 40 mila posti, di cui 14 mila per il 2019 e gli altri in tre anni.
Il Ministero dell’Istruzione, ad agosto, aveva autorizzato 57.322 posti da stabilizzare, di cui 13.329 per il sostegno. Appena 3.382 posti sono stati coperti con personale di ruolo. Ciò significa che 10.011 cattedre sono rimaste libere per le supplenze.
Le “assunzioni non effettuate” sono circa l’87% per mancanza di aspiranti in possesso del titolo, riferisce la Flc Cgil. Tra infanzia, primaria e scuola secondaria di 1° e 2° grado abbiamo una elevatissima percentuale di posti coperti da “non specializzati” pari a circa il 75%.