All’interrogazione posta sull’argomento il Ministero ha sostanzialmente risposto che essendo materia disciplinata dalla Direttiva 2005/36/CE ed essendo stata recepita in Italia dal Decreto legislativo 206 del 2007 è possibile acquisire il titolo di specializzazione di sostegno in Romania e farlo valere in Italia.
Così mentre da un lato il MIUR limita le specializzazioni su sostegno ai suoi docenti bloccando i corsi SISS e SFP apre la strada sia a nuove sacche di precariato che ad un’invasione di mercato che finirebbe per dar vita ad una nuova lotta tra poveri all’interno del comparto.
E’ falsa anche la pseudo – rassicurazione che il ministero velatamente tenta di dare sottolineando che per l’acquisizione di detti titoli è necessario comunque il possesso di un’abilitazione. Lo stesso Ministero ha già riconosciuto con decreto più di 420 abilitazioni conseguite proprio in Romania tra il 2012 e il 2014 (fonte http://www.universitaeuropa.it/abilitazione-allinsegnamento/ ) in 37 classi di concorso diverse.
E’ a dir poco criminale che l’Italia si trovi giornalmente multata dall’Europa per questioni molto più gravose e non ponga rimedio ma al contempo recepisca con tale naturalezza altre direttive. Ma qualcuno si rende conto delle conseguenze?
· Economiche: tenuto conto della povertà che c’è in Romania come in altri stati membri della comunità è ovvio che l’avidità di business da un lato e la spregiudicatezza di chi cerca una scorciatoia per insegnare, porteranno enormi volumi di danaro verso questi paesi.
· Di credibilità del nostro sistema di istruzione: ma volete veramente che un giovane che consegue un diploma di istruzione di scuola secondaria di II grado si iscriva alle nostre università per conseguire una laurea non abilitante, anziché iscriversi direttamente ad percorso formativo che lo conduca in poco tempo alla laurea, all’abilitazione ed alla specializzazione?
· Di tenuta delle nostre istituzioni formative: con il dilagare di queste pratiche subiremo un progressivo svuotamento dei nostri atenei ed una regressione culturale data dalla strutturazione di competenze e di professionalità avulse dalle nostre esigenze nazionali perché programmate e gestite all’estero.
Lo slogan proposto dagli enti che VENDONO abilitazioni e specializzazioni è chiaro e inequivocabile:
Non rimanere imbrigliato nell’incertezza della legislazione italiana, compila adesso la scheda qui sotto, abilitati con noi in Europa (fonte: http://www.insegnareuropa.it/abilitazione-insegnamento-romania-e-spagna ).
Adesso urgono misure compensative per riequilibrare le cose, noi provocatoriamente propiniamo:
· Abolizione del numero chiuso in tutti i corsi di laurea degli atenei italiani.
· Rimodulazione del corso di studi dall’attuale 3 + 2 (inventato per far quadrare i conti con l’Europa creando figure professionali che la società non chiede) al più snello ed efficace 2 + 1 che limiterebbe l’emorragia di iscrizioni verso altri stati membri, aumentando nel contempo il numero di laureati italiani al fine di allinearci con il resto d’Europa.
· Contrastare l’analfabetismo di ritorno con massivi corsi di mimica.
Da questo momento in poi quando sentiremo il Ministro Giannini riempirsi la bocca parlando di nuovo sistema di formazione dei docenti di sostegno, di rispetto per gli alunni disabili, di nuove classi di concorso, di maggiore professionalità dei docenti per una più elevata efficienza del sistema scuola, penseremo alla Romania e sarà ancora più difficile voltarci verso i nostri alunni e fargli credere che sia tutto vero.
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