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Specializzazione sostegno: petizione per chiedere riduzione costi, fasce reddito e meno disparità

Pubblichiamo una lettera-petizione rivolta al MIUR per chiedere la riduzione dei costi, l’introduzione delle fasce reddito e meno disparità nei corsi di specializzazione sostegno.

Spett.le MIUR

Dipartimento per la Formazione Superiore e per la Ricerca

Direzione Generale per lo Studente, lo Sviluppo e

l’Internazionalizzazione della Formazione Superiore

 

In riferimento alla ns missiva del 27/11/2019 con n. protocollo 37138 del Registro Ufficiale

AOODGSINFS, che riportiamo di seguito, Noi aspiranti specializzandi in sostegno didattico agli alunni con disabilità, in procinto di intraprendere le selezioni per i percorsi di specializzazione nelle università italiane,

Con la presente sottoponiamo alla Vs attenzione alcune criticità che a ns avviso, penalizzando la partecipazione di molti, dovrebbero essere risolte al più presto e che riassumiamo nei seguenti punti, di seguito approfonditi:

  • I costi, elevatissimi rispetto alla durata dei corsi di soli circa 8 mesi, proibitivi per molti, che ad oggi consentono paradossalmente che un soggetto che non percepisce alcun reddito, sia tenuto a corrispondere la stessa cifra di un soggetto con reddito alto.
  • Il numero limitato di università pubbliche che prevedono tali percorsi, talvolta lasciando in talune città l’esclusiva ad università private che, imponendo costi ancora più alti, non consentono alternative nella scelta dell’ateneo. Ciò è altresì causa delle frequenti condizioni di affollamento nelle aule, nelle università con un maggior numero di posti messi a bando.
  • Le disparità delle attuali modalità di selezione per la prova pre-selettiva, le quali permettono che il punteggio utile ad accedere alle prove successive, sia diverso da università ad università.

PERTANTO

Visti gli altissimi costi imposti dalle Università, i quali di fatto creano una discriminazione di ordine economico verso i soggetti con minore disponibilità economica, sovente docenti precari, costretti a sacrifici inumani per corrispondere le rette d’iscrizione.

Visto l’alto numero di partecipanti annunciato per il prossimo ciclo, composto da 14,000 aspiranti ex novo, da sommarsi a circa 7,000 candidati idonei alle precedenti selezioni, Viste le immutate disponibilità logistico-organizzative delle sole università che ad oggi prevedono tali corsi nella offerta formativa,

Visto quanto previsto dall’art. 3 della Costituzione: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

Visto quanto previsto dall’art. 34 della Costituzione: “I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.”

Visto, altresì, il legittimo diritto allo studio e alla frequenza in condizioni logistiche accettabili, a vantaggio di tutti candidati, appartenenti a qualsiasi ceto economico-sociale, che avranno superato le prove di selezione, Considerata, infine, la disparità causata dalle nuove modalità di selezione adottate nel precedente ciclo previste dal comma 3 dell’art.4 del D.M. 8 febbraio 2019, n.92, in particolare per la prova pre-selettiva, secondo cui “È ammesso alla prova, ovvero alle prove di cui all’articolo 6 comma 2, lettera b) del D.M. sostegno, un numero di candidati pari al doppio dei posti disponibili nella singola sede per gli accessi. Sono altresì ammessi alla prova scritta coloro che, all’esito della prova preselettiva, abbiano conseguito il medesimo punteggio dell’ultimo degli ammessi.”

Modalità che, non prevedendo più un punteggio minimo prestabilito, uguale per tutte le università, si ritengono chiaramente imparziali, originando potenzialmente enormi disparità di merito, rilegando di fatto la possibilità di accesso ai corsi di specializzazione ad un fattore meramente “logistico” imputabile al numero di aspiranti ed ai posti disponibili di ciascuna università, piuttosto che alla preparazione del candidato.

Considerato quanto esposto, CHIEDIAMO un tempestivo intervento del MIUR a favore di:

1) Un ridimensionamento generale dei costi dei corsi di specializzazione, da applicarsi già a partire dal V ciclo, a vantaggio di tutti gli specializzandi in sostegno didattico e da realizzarsi quanto meno attraverso l’introduzione di fasce di reddito su base ISEE per la determinazione dell’ammontare delle rate di iscrizione e frequenza da corrispondere alle università, in rispetto ai principi di equità socio-economica dettati dalla Costituzione.

2) Coinvolgimento di nuove università pubbliche, in ausilio alle università già interessate a detti percorsi, nella gestione delle sedi e dei posti disponibili, da realizzarsi eventualmente in modalità inter-ateneo, come previsto dalla normativa vigente, onde garantire una serena frequenza a tutti gli aspiranti e offrire alternativa nella scelta dell’ateneo.

3) Abrogazione della modalità di selezione prevista dal comma 3 dell’art.4 del D.M. 8 febbraio 2019, n.92, a favore del ripristino del punteggio minimo ottenuto nella prova pre-selettiva necessario per accedere alla prova scritta, da stabilire nella misura di 21 punti per tutte le università d’Italia, come da normativa precedente.

Considerata la evidente legittimità delle suddette motivate richieste, si attende un pronto e favorevole esito, in mancanza del quale si ricorrerà alle Autorità competenti adibite alla tutela dei sopra citati diritti.

Aspiranti specializzandi in sostegno

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