La trasmissione “Rec” in onda su Rai 3, domenica scorsa, ha realizzato un’inchiesta giornalistica sui falsi titoli di specializzazione per il sostegno.
Nel corso della trasmissione è emerso come docenti non abilitati, che non conoscevano nessuna delle patologie di cui soffrono i 234.000 alunni diversamente abili a cui la scuola pubblica deve garantire un’educazione specifica che miri all’integrazione, siano finiti in classe, autocertificando il falso e truffando le scuole e lo Stato con diplomi contraffatti, comprati a caro prezzo. La dirigente del Miur Lucrezia Stellacci ha ribadito come il Ministero non disponga degli strumenti necessari per assicurarsi che gli insegnanti che salgono in cattedra ogni giorno siano realmente qualificati.
La Stellacci, membro del Consiglio superiore della pubblica istruzione ed ex capo dipartimento del Ministero aggiunge: “È probabile, specialmente sul sostegno, che ci siano in circolazione falsi insegnanti perché c’è stato un periodo in cui si sono veramente venduti all’asta questi titoli. E questo è senza dubbio un problema”.
In Italia non esiste una banca dati integrata tra le università e il ministero, accessibile online dalle scuole, elemento che rende molto difficile la verifica dei titoli. Infine Stellacci spiega che anche le ispezioni rischiano di essere inefficienti: “C’è qualcosa che non funziona da parte degli ispettori. A parte che sono pochissimi: ormai gli ispettori sono scomparsi in Italia, sono anziani, non sono motivati e non hanno voglia di farsi nemici…”.
Intanto, la deputata del M5S, Silvia Chimienti, ha presentato un’interrogazione parlamentare, nelle quali si chiede se “il Ministro intenda intraprendere per verificare la veridicità e correttezza delle dichiarazioni nella disponibilità degli istituti scolastici italiani nonché la sussistenza di ulteriori casi analoghi”.
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