Spending review, arriva l’approvazione sul testo “blindato”. Ma il Pd s’impegna a correggerlo

Mentre la Camera si appresta, nel pomeriggio del 7 luglio, a dare il via libera definitivo al decreto sulla spending review, con tutte le penalizzazioni sulla scuola approvate alcuni giorni fa in Senato, il Partito Democratico dà il suo appoggio alla discussa manovra. Ma non si rassegna a migliorarla. E già propone quei provvedimenti che dovrebbero calmierare gli effetti su inidonei, soprannumerari, contingente all’estero e via dicendo.
In autunno con la legge di stabilità andranno fatte alcune correzioni alla spending review“, ha detto il leader Pier Luigi Bersani, al termine di un incontro tenuto al partito durante il quale si è stabilita la linea da assumere proprio sul provvedimento che verrà approvato tra poche ore in via definitiva a Montecitorio.
La spending review qualche imperfezione ce l’ha – ha sottolineato il segretario del Pd – e alcune cose andranno riviste, come sulla scuola, vogliamo dare un incoraggiamento al Governo perchè faccia una spending review sul serio, tagliando gli sprechi“. Bersani ha concluso il suo commento all’incontro ribadendo che “voteremo la fiducia ma già con la legge di stabilità in autunno andrà fatto qualche aggiustamento“.
Le parole del leader del Partito Democratico, in particolare perché riferite al personale della scuola, hanno l’impressione di rappresentare un impegno importante. Anche perché nel corso delle ultime settimane lo stesso Pd si era fatto portatore di diversi emendamenti, tutti naufragati in Senato per ragioni di bilancio. Ora, però, ad esporsi è stato anche il primo rappresentante del partito. E se la promessa di Bersani venisse disattesa rischierebbe di creare non pochi contraccolpi, in termini di voti, in occasione delle ormai non lontane elezioni politiche.
Alessandro Giuliani

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