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Spending review: il taglio del 5% dei dipendenti della P.A. non tocca la scuola

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“Impensabile oltre che inaccettabile, dopo i tre anni di tagli inferti dall’ex ministro dell’economia, Giulio Tremonti”: questo il giudizio dei sindacati che ben sanno in quali condizioni versa la scuola e il suo organico che è ormai all’osso visto che, quando manca qualche insegnante, i ragazzi vengono distribuiti in altre aule o lasciati a se stessi o affidati, fuori da qualunque regola, agli insegnanti di sostegno.
E infatti nella scuola il governo sembra che incominci a ragionare in modo più oculato, cercando il taglio mirato e senza creare traumi. Del tutto accettabile sembrerebbe una nuova ipotesi di collocamento dei circa 10mila docenti dichiarati in esubero e su cui si sono accavallate supposizioni di riconversione o di utilizzo in altri ambiti senza tuttavia trovare con coerenza un loro onorabile collocamento.
L’ultima proposta ventilata sarebbe quella di “offrire ai docenti in esubero tutte le cattedre che si renderebbero libere consentendo e favorendo il pensionamento di coloro che hanno manifestato entro lo scorso 30 marzo la volontà di cessare dal servizio pur non potendo fare valere i requisiti richiesti entro il 31 dicembre 2011 ma che li avrebbero maturati entro l’anno scolastico 2011/2012” e in modo particolare entro il 31 agosto 2012, così come da mesi chiede il Comitato “Quota 96”.
In pratica (visto pure il generoso impegno di alcuni esponenti del Pd, Bastico e Ghizzoni, che fra l’altro hanno persino “minacciato” di presentare una legge ad hoc per consentire il pensionamento di circa 3500 tra docenti e Ata che, pur maturando il diritto alla pensione, sono rimasti bloccati a causa dell’unica finestra di uscita imposta al personale della scuola) si tratterebbe di recuperare da un lato una ingiustizia evidente legata alla Legge Fornero e dall’altro di non fare i soliti pateracchi che scontentano tutti.