La spada di Damocle che pende sulla testa del ministro Carrozza si chiama spending review e se mai dovesse scivolare di mano al commissario Cottarelli provocherebbe sicuramente un nuovo tsunami nella scuola.
Non a caso, peraltro, Maria Chara Carrozza confessa di non riuscire a dormire sonni tranquilli.
Il problema d fondo è che, come spesso accade, quando si approva una legge i conti vengono fatti in modo approssimativo.
Ma adesso, la questione della copertura finanziaria prevista dalla legge 128, generosamente (e forse illusoriamente) denominata “La scuola riparte”, si sta ponendo in tutta la sua drammaticità
Perché a conti fatti appare davvero improbabile che l’aumento delle accise su birra e altri prodotti alcolici possa garantire le entrate previste. Attualmente, infatti, le accise fanno entrare nelle casse dello Stato un miliardo di euro all’anno, mentre la legge 128 ne prevede almeno 316 milioni in più per il 2014 e 411milioni per il 2015: il 30% in più l’anno prossimo e il 40% a partire dal 2015. Che la previsione siano molto ottimistica lo capirebbe anche uno studente di economia alle prese con il suo primo esame.
D’altronde il fatto che Carrozza stia firmando tutti i decreti che consentono di impegnare fondi per il 2013 sta proprio a significare – ci sembra – che il Ministro non ha nessuna certezza di poter spendere le cifre previste per il 2014 e quindi si sta dando un gran daffare per dare avvio almeno a qualche iniziativa: e infatti sono già stati firmati i decreti per i libri di testo, per le attività di orientamento e per il wifi nelle scuole. E, per evitare che la scure del MEF intervenga sul bilancio di Viale Trastevere, sono stati messi al sicuro anche i fondi della legge 440/97 (pochi per la verità) con un decreto ormai esecutivo.
Pochi giorni fa il Ministero ha anche assicurato che il capitolo di spesa che serve a pagare le supplenze è stato adeguatamente rifinanziato, ma in assenza di informazioni precise è difficile capire e sapere da dove sono stati prelevati i fondi necessari (secondo una stima prudenziale si tratta di non meno di 40-50milioni di euro per ogni mese e se è vero che si tratta di pagare novembre e dicembre si arriva facilmente a 100milioni).
Il commissario Cottarelli, intanto, ha già fatto capire che la revisione della spesa dovrà riguardare tutti, scuola compresa e non è detto che gli 80-100milioni risparmiati con una nuova operazione di dimensionamento delle scuole possano bastare. Il fatto è che a questo punto non ci sono più molte voci sulle quali intervenire: qualcosa si potrebbe risparmiare ancora rivedendo le regole per gli esoneri dei docenti collaboratori del dirigente scolastico ma il risparmio decisivo può arrivare da una sola operazione: tagliare di un anno l’intero percorso scolastico, con un conseguente taglio di 50mila cattedre e quindi con un risparmio sicuro di un paio di miliardi di euro, magari distribuito su 2-3 anni. A quel punto, forse, potrebbero saltare fuori anche un po’ di spiccioli per il rinnovo del contratto, ma il prezzo politico che il partito del Ministro dovrebbe pagare sarebbe certamente altissimo.
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