Spending review, la “stretta” all’istruzione c’è e si farà sentire
In attesa di prendere visione del decreto legge approvato dal Consiglio dei Ministri contenente le “disposizioni urgenti per la riduzione della spesa pubblica servizi invariati” (spending review), il Governo ha reso pubblico un lungo comunicato stampaattraverso cui vengono riassunti tutti gli interventi previsti dal decreto. Disposizioni, come già rilevato su questa testata, nelle intenzioni del Governo dovrebbero far migliorare la produttività delle diverse articolazioni della Pa e consentire un risparmio per lo Stato di 4,5 miliardi per il 2012, di 10,5 miliardi per il 2013 e di 11 miliardi per il 2014.
La scuola è inserita nel raggruppamento I, denominato “Pubblica istruzione, Università, Enti di ricerca.
Partiamo dall’utilizzo del personale docente in esubero (nell’anno scolastico ormai terminato si trattava di oltre 10mila insegnanti): il Governo avrebbe “previsto l’utilizzo in particolare dei docenti senza cattedra per attività di docenza in materie affini”. La davvero troppo generica espressione viene poi sostenuta con la necessità di adottare per ogni soprannumerario il dovuto “accertamento delle competenze necessarie a garantire il risultato didattico atteso. In particolare verificando il possesso degli idonei titoli di studio”: una sottolineatura che, di fatto, renderà nella maggior parte dei casi (escludendo solo coloro che sono in possesso di titoli spendibili in ambiti disciplinari allargati) inattuabile la disposizione.
Viene poi prevista l’istituzione di un servizio di tesoreria unica per le scuole, nel quale confluiranno tutte le risorse finanziarie attualmente depositate presso istituti bancari privati. In questo modo la “Banca d’Italia – si legge nel documento del Governo – disporrà di una maggiore disponibilità di cassa di circa 1 Miliardo di euro, con conseguente economia data dal miglioramento dei saldi di cassa e una minore spesa di interessi sul debito pubblico quantificabile in circa 8 milioni per il 2012 e 29 milioni a regime”. Il modelle di gestione della liquidità è lo stesso già adottato dagli enti di ricerca.
Novità in arrivo anche per la contabilità speciale: “30 milioni verranno messi a disposizione delle scuole per le proprie spese di funzionamento mentre una ulteriore somma di pari importo andrà a contribuire ai miglioramenti dei saldi di cassa”. Mediamente ogni scuola riceverà poco più di 6mila euro: la cifra non è notevole e nella maggior parte dei casi dirigenti e consigli d’istituto dovranno ingegnare modalità interne per far quadrare i conti.
Il Governo ha inoltre deciso di realizzare un ulteriore giro di vite sui controlli di regolarità amministrativa e contabile: “in linea con un orientamento di maggiore equità, la spesa per compensi aggiuntivi al personale impegnato nell’attività di controllo sull’attività amministrativa e contabile delle istituzioni scolastiche porterà un risparmio annuo alle scuole quantificabile in 8 milioni”. I risparmi toccheranno anche il personale del Miur impegnato in scuole estere e presso il MAE: “si opera una riduzione del personale scolastico comandato presso il MAE con funzioni di coordinamento e gestione delle scuole italiane all’estero. Di concerto – spiega ancora il documento riassuntivo – si opera una ulteriore riduzione anche del personale dei docenti impiegati presso le scuole italiane all’estero”. La doppia riduzione comporterà risparmi per 2,6 milioni nell’anno in corso e di 16 milioni a regime. Nel mirino dell’esecutivo del premier Monti c’è poi il personale reputato inidoneo all’insegnamento: si tratta di alcune migliaia di docenti, che le commissioni mediche dello Stato hanno reputato comunque in grado di mantenere la capacità lavorativa: come già previsto, si conferma che verranno utilizzati “in attività amministrative presso le stesse scuole, nell’ambito regionale. Da questa misura si ottiene una riduzione di spesa nell’immediato di 38,5 milioni, che a regime supereranno i 100”. La spendng review inciderà anche sulle visite fiscali: “viene trasferita alle regioni una somma forfettaria di 23 milioni circa che consentiranno alle scuole di poter usufruire senza oneri finanziari e amministrativi delle visite fiscali”. In questo modo i dirigenti avranno così un “tesoretto” (tra i 2 e i 3mila euro l’anno) per i controlli delle malattie del personale da poter gestire, attribuendo la spesa ad un altro comparto. Tra le disposizioni da attuare c’è spazio, comunque, per qualche “voce” in attivo: arrivano, ad esempio, 90 milioni in più per il diritto allo studio, riportando lo stanziamento al valore storico. Confermato, invece, lo stanziamento di 103 milioni per la gratuità dei libri di testo nella scuola secondaria di primo grado.