Spending review, pronti gli emendamenti dei sindacati
Dopo la Flc-Cgil, anche gli altri sindacati si stanno muovendo per farsi promotori di emendamenti, da presentare nei confronti del Governo e dei gruppi parlamentari, sulla parte riguardante la scuola contenuta nel decreto legge sulla spending review e sul conseguente decreto interministeriale applicativo. Delle proposte sindacali se ne è già parlato durante l’incontro svolto tra i rappresentanti dei lavoratori e i dirigenti del Miur, il 12 luglio al ministero dell’Istruzione, durante il quale l’amministrazione ha presentato sia l’esigenza della ristrettezza dei tempi di attuazione dei provvedimenti, sia le indicazioni da parte del Governo di applicarli alla lettera.
Secondo la Uil, presente all’incontro ,“l’articolato del decreto approvato dal governo non tiene conto appieno della complessità e dell’atipicità della scuola, limitandosi a tagli lineari. Infatti – continua il sindacato – con la previsione del passaggio di tutto il personale docente inidoneo nei profili del personale Ata si rappresenta l’incapacità del governo di gestire, così come previsto dalla precedente legge, il passaggio di detto personale negli altri comparti della pubblica amministrazione, attraverso la mobilità intercompartimentale, al di là di ogni considerazione delle professionalità del personale coinvolto”.
E lo stesso vale, sempre per l’organizzazione guidata da Massimo Di Menna, per quanto riguarda le classi di concorso C/555 e C/999, destinato a passare d’ufficio tra gli Ata: per salvaguardare questo personale tecnico pratico “la Uil, pur non condividendo né il metodo né il merito del provvedimento, ha chiesto modifiche sostanziali sul provvedimento e avanzato le seguenti proposte: verificare i titoli di studio posseduti e consentire i passaggi di ruolo nell’area docente; verificare la possibilità di diverso utilizzo e di riconversione professionale; riapertura dei termini per il diritto a trattamento di pensione per il personale già in possesso dei requisiti previsti; interventi di accompagnamento al trattamento pensionistico”.
Tra gli emendamenti preparati dalla Uil c’è anche una modifica sostanziale a quello riguardante l’utilizzo del personale docente in esubero: il sindacato ha proposto che, “sulla base di un piano predisposto dall’Ufficio scolastico regionale, sia disposto l’utilizzo di detto personale su ‘reti’ di scuole a livello provinciale, al fine di limitarne l’utilizzo rispetto all’intera provincia”.
Modifiche sono state richieste anche sul punto che riguarda la riduzione del contingente scolastico all’estero di 400 docenti, prevista nei prossimo quattro anni: secondo la Uil questa manovra porrebbe in pericolo “il funzionamento delle scuole italiane all’estero, messo in seria difficoltà dal rischio che le scelte sui tagli, basati esclusivamente sui rientri del personale che termina il mandato, possano privare, già dal prossimo anno scolastico, le nostre scuole più prestigiose nel mondo degli insegnamenti più importanti.
Anche secondo l’Anief quello che il Governo sta chiedendo al personale della scuola, attraverso la spending review, è un prezzo troppo alto: “a questo punto solo delle modifiche al testo da attuare in Parlamento – ha scritto il sindacato autonomo – possono ristabilire equità. E se ciò non dovesse accadere ricorreremo in tribunale”. Non tutti i punti su cui l’Anief chiederà modifiche sono quelli già indicati dagli altri sindacati: oltre al no alla trasformazione d’ufficio in impiegati dei docenti in esubero, degli inidonei e dei tecnico-pratici, “senza la dovuta riconversione quasi fossero dei pacchi postali”, il sindacato degli educatori in formazione ha lamentato “la cancellazione di fatto della qualifica vice-dirigenziale e delle indennità di reggenza”. Emendamenti arriveranno anche “sull’abolizione dell’assegno mensile per le ferie non godute dal personale precario” e sul “divieto di pensionamento nei confronti di chi, lavorando sino al prossimo 31 agosto, con i vecchi requisiti avrebbe potuto lasciare il lavoro nell’anno corrente”.
Secondo il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, “non vi è alcuna ragionevolezza nell’applicare queste disposizioni. È allora giusto che una seria organizzazione sindacale e professionale, prima di annunciare ricorsi al giudice del lavoro o al tribunale amministrativo per riconoscere diritti palesemente violati, tenti il dialogo con le istituzioni così da assicurare giustizia ed equità”.