Nelle scuole elementari e medie di Borgofranco, Comune di 3 mila e 800 anime ad una manciata di chilometri da Ivrea, la città che ai tempi d’oro dell’Olivetti fu definita la Silicon Valley italiana, il wi-fi è stato spento.
A deciderlo è stato il sindaco del paese simpatizzante del Movimento 5 Stelle. Nei giorni scorsi, d’accordo con la giunta comunale, ha fatto cablare le reti negli edifici scolastici cancellando così la linea veloce e tornando al vecchio sistema Isdn. Lo ha fatto per timore che le onde elettromagnetiche possano causare danni alla salute dei bambini.
Ma ha senso?
Se l’iniziativa segue le orme di quanto già deciso in alcune scuole tedesche, inglese, svedesi e francesi, che per lo stesso motivo hanno scelto di disattivare la connessione senza fili, gli esperti di telecomunicazioni spiegano, però, che le apparecchiature wi-fi operano con onde elettromagnetiche di potenza pari a qualche decina di milliwatt (mW), circa dieci volte di meno rispetto alla potenza emessa da ciascun telefono cellulare.
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Inoltre, mentre il wi-fi non supera mai i 40mW di potenza e ha un segnale non continuativo, le onde elettromagnetiche emesse dai diversi telefonini si sommano, generando segnali ancora più potenti. Senza entrare nei dettagli scientifici e medici della questione, spiega Wired.it, anche solo per coerenza e se si volesse applicare fino in fondo questo principio di precauzione, sarebbe necessario obbligare gli alunni, gli insegnanti e tutto il personale scolastico a spegnere gli smartphone, per ottenere una significativa diminuzione della potenza delle onde elettromagnetiche negli ambienti in cui si trovano i ragazzi. E la stessa cosa dovrebbe valere anche in altri luoghi frequentati dai più giovani, come per esempio la biblioteca comunale e la piazza del paese, per non parlare degli ambienti domestici.
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