In un intervista al Corriere della Sera, e poi ripresa dalla agenzie di stampa, il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha dichiarato: “Il ritorno in classe è il nostro obiettivo prioritario. Certo, finché i vaccini non produrranno un impatto epidemiologico sulla popolazione, l’unica cosa che funziona sono le misure restrittive”.
Ma ha pure ribadito la posizione sua e del governo sul ritorno in classe degli studenti il 7 gennaio: “dopo la Befana dovremo ripristinare il modello delle fasce di rischio e confermare le misure base delle zone gialle”, a causa questo della ripresa “dell’indice Rt”. Questo significa che dopo “l’Epifania resterà il coprifuoco con ristoranti e bar chiusi alle 18″ e chiusura di “piscine, palestre, cinema, teatri, stadi”. “Siamo ancora dentro la seconda ondata” e se “Londra torna verso misure molto dure, anche noi abbiamo ancora troppi casi e troppi morti”.
Ma assicura pure, relativamente alla polemica sui vaccini: “Sento tante polemiche e voglio dare un messaggio, il governo quando fa un lavoro serio misura le decisioni in un tempo congruo, fare bilanci a due giorni dalla partenza è follia. Siamo un grande Paese, con un servizio sanitario nazionale solido. Molti dicevano che non saremmo partiti con gli altri, invece ce l’abbiamo fatta. Otto milioni di dosi Pfizer entro il primo trimestre sono sicure. Spero che il 6 gennaio Ema approvi Moderna, 1,3 milioni di dosi. Se poi arriva il sì ad AstraZeneca possono arrivarne molte altre, ma da Ema non arrivano ancora certezze e questo ridurrà sicuramente il numero delle disponibilità a breve. Questa è la verità”.
Tuttavia il ministro non di dichiara preoccupato, perché “225 milioni pare un dato significativo e lavoriamo per somministrare da subito 470 mila dosi a settimana. Dei sei vaccini acquistati dalla commissione Ue all’Italia spetta il 13,45%. Ne abbiamo 202 milioni, più altri 13,5 Pfizer, di cui metà dovrebbe arrivare nel primo semestre e l’altra metà nel secondo. Stiamo lavorando anche ad altri 10 milioni di Moderna”.
“La volontarietà è la scelta giusta. Perché abbiamo ancora dosi limitate e perché non dobbiamo dividere il Paese tra scientisti illuminati e cavernicoli dubbiosi”.
Sembra dunque che da parte del ministro ci sia l’intenzione di lasciare libere le persone di vaccinarsi.